Bari, liquori sul mercato nero: due ex doganieri condannati a risarcire 4,5 milioni di euro

fonte: http://bari.repubblica.it- di ANTONELLO CASSANO

Liquori registrati per essere venduti fuori dai confini europei e poi immessi sul mercato nero, con un buco all’erario per 5,4 milioni di euro. Tutto opera di un’organizzazione che passava anche da Bari e arrivava in Germania, in grado di evitare il pagamento di Iva e accisa sulla merce. Per questo la Corte di Conti ha condannato due ex funzionari dell’ufficio dogane di Bari, Antonio Dellorco, barese di 55 anni, e Nicola Di Bari, 63 anni di Cassano delle Murge, a risarcire lo Stato pagando 4,5 milioni di euro.

La vicenda inizia nel 2012 quando la procura di Alessandria avvia verifiche sulla Verlight Vit Italia srl, azienda di Avellino che produce e vende liquori e che ha un deposito fiscale ad Alessandria. Nel corso delle indagini viene fuori che liquori realizzati non solo dalla Verlight, ma anche dalle aziende Ricar, Agro Ambiente e Beit passano dalla Dogana di Bari come destinati all’esportazione extra europea, ma in realtà non superano mai i confini del continente. “Così operando – è scritto nella sentenza 379 della sezione giurisdizionale per la Puglia della Corte dei Conti (presidente Mauro Orefice, relatore Pasquale Daddabbo, componente Maria Nicoletta Quarato) – le aziende hanno potuto disporre di un prodotto “in nero” che in apparenza risultava esportato in Paesi extracomunitari e che, in realtà, veniva venduto all’interno dell’Unione, senza pagare le imposte dovute“.

Le indagini in sede penale hanno portato alla luce una vasta rete a carattere transnazionale, composta da 20 persone, che puntava a evadere accise e Iva sugli alcolici. Antonio Dellorco e Nicola Di Bari dall’ufficio dogane barese posizionavano sulla merce il visto di imbarco. Dal 27 maggio 2011 al 26 luglio 2012 i due hanno apposto il “visto uscire” 42 volte, 21 volte a testa su altrettante partite di liquori e altri alcolici in teoria destinati al mercato albanese e turco. Le indagini della procura di Alessandria hanno fatto scattare prima gli arresti e la condanna (i due hanno patteggiato la pena di un anno e dieci mesi per Dellorco e un anno e otto mesi di reclusione per Di Bari relativa ai reati di associazione a delinquere, falso e concorso in reati fiscali) e successivamente anche il licenziamento da parte dell’Agenzia.

Per loro però è arrivata anche l’indagine della Corte dei Conti per danno erariale e a ottobre del 2016 è scattato il sequestro di beni: un appartamento, un’auto, una moto e somme in denaro. La difesa di Di Bari ha fatto rilevare davanti ai giudici che non ci sono né intercettazioni telefoniche né certezze riguardo l’invio di messaggi elettronici dal computer dell’ex funzionario della Dogana. Inoltre ha fatto rilevare che l’importo del danno pari a oltre 5 milioni di euro riguarda tutti i 20 imputati che hanno coinvolto altre ditte e che l’Agenzia delle Dogane di Alessandria ha notificato a Di Bari solo due avvisi di pagamento da 135mila e 350mila euro.

Il giudizio della Corte depositata il 7 agosto scorso, però, è di tutt’altro avviso. I giudici fanno notare che dai rilevamenti degli apparati Gps sistemati sui camion che avrebbero dovuto trasportare le merci al porto di Bari è emerso che quegli automezzi partivano dal luogo di produzione, ma arrivavano in Germania, sede di residenza di Francesco Aracri, imprenditore calabrese “organizzatore dell’associazione”. La procura di Bari ha per questo contestato un danno da 5,3 milioni di euro. I giudici contabili hanno ridotto la somma condannando i due ex funzionari al pagamento di 4 milioni 499mila euro in favore dell’Agenzia delle Dogane: un milione e 799mila dovranno essere pagati da Dellorco e i restanti due milioni 699mila da Di Bari.

Utilizzando il sito o eseguendo lo scroll della pagina accetti l'utilizzo dei cookie della piattaforma. Maggiori Informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo. Altervista Advertising (Arnoldo Mondadori Editore S.p.A.) Altervista Advertising è un servizio di advertising fornito da Arnoldo Mondadori Editore S.p.A. Dati Personali raccolti: Cookie e varie tipologie di Dati secondo quanto specificato dalla privacy policy del servizio. Luogo del trattamento: Italia – Privacy Policy: https://www.iubenda.com/privacy-policy/8258859 Altervista Platform (Arnoldo Mondadori Editore S.p.A.) Altervista Platform è una piattaforma fornita da Arnoldo Mondadori Editore S.p.A. che consente al Titolare di sviluppare, far funzionare ed ospitare questa Applicazione. Dati Personali raccolti: Cookie e varie tipologie di Dati secondo quanto specificato dalla privacy policy del servizio. Luogo del trattamento: Italia – Privacy Policy: https://www.iubenda.com/privacy-policy/8258716

Chiudi