Bari, la prof con la coca viaggiava con un complice: con lei sull’aereo per Melbourne

fonte: http://bari.repubblica.it – di Maria Chiarelli

Non era sola su quell’aereo che, partito da Roma e passando per Dubai, trasportava cocaina purissima in Australia. Elisa Salatino, la professoressa fasanese arrestata domenica 12 febbraio all’aeroporto di Melbourne, con droga per un milione di euro nella valigia, ha viaggiato almeno con un’altra persona. La stessa persona proprietaria dell’auto con cui Elisa è arrivata a Roma, dopo aver fatto tappa a Flumeri, immortalandosi in una foto pubblicata sul suo profilo facebook sabato 11 febbraio.  Un presunto complice sul quale si concentrano ora le indagini della squadra mobile di Bari, che ha già acquisito i dati relativi alle prenotazioni dei voli in partenza da Bari e quelli di ritorno. E ha anche scoperto che, contrariamente a quanto le persone a lei vicine avevano creduto, il viggio di ritorno a Bari era stato prenotato per lunedì 20 febbraio da Melbourne, con conseguente arrivo a Bari il 21.

 
Elisa Salatino, docente di sostegno all’istituto Marconi di Bari, aveva chiesto alla preside un permesso di due giorni, il 13 e il 14 febbraio, confermando così che sarebbe rientrata a scuola mercoledì 15. Una comunicazione a quanto pare non veritiera, se ci si attiene alle date dei voli prenotati. Gli investigatori, a questo proposito, stanno anche indagando su chi, materialmente, abbia fatto quelle prenotazioni, seguendo un filo che li sta portando a ricostruire la trama nella quale la donna si è mossa.
 
E sembra, a questo punto, sempre più improbabile che Elisa fosse all’oscuro del prezioso carico sequestratogli alla frontiera australiana. Ad aggravare i sospetti degli inquirenti su un suo coinvolgimento consapevole, ci sarebbe anche la circostanza legata al ritrovamento del suo telefono cellulare, quello sul quale la chiamavano tutti, incluso gli appartenenti al mondo lavorativo. Il telefono è stato ritrovato dagli agenti della squadra mobile nel suo appartamento, durante la perquisizione scattata subito dopo l’arresto.
 

Circostanza che ben si incastra con i tentativi, vani, da parte della dirigente del Marconi, di mettersi in contatto con lei al mancato rientro: il telefono, ha raccontato al dirigente della Squadra Mobile, Annino Gargano, squillava a vuoto. La professoressa con l’amore per i cani e per i gatti (ne aveva quattro in casa), la vita scandita dalle canzoni di Vasco Rossi, viveva però grandi difficoltà economiche: la sua bella casa, grande 150 metri quadrati, era diventata per lei difficile da gestire, nonostante lo stipendio da insegnante.

Tanto che nei mesi scorsi aveva pubblicato su Facebook un annuncio: cercava donne con le quali condividere abitazione e affitto. Affitto che non pagava da mesi, tanto che il proprietario dell’appartamento le aveva notificato un avviso di sfratto: entro il 14 febbraio, le era stato detto, avrebbe dovuto pagare 5mila euro. Si scava nella sua vita, sul suo frequentatissimo profilo facebook, sui suoi compagni di vita, passati e presenti, sulle sue frequentazioni, alla ricerca di altri fili che contribuiscano a ricostruire la trama nella quale Elisa si è mossa o è stata catturata.
 

Intanto, gli inquirenti attendono gli esiti di alcuni accertamenti tecnici chiesti all’Interpol e dalle autorità australiane la descrizione dettagliata delle modalità di trasporto dei cinque chili di cocaina. Una prima comunicazione faceva riferimento ad un doppio fondo di compensato nella valigia della donna, un sistema un pò troppo rudimentale per un carico così importante. Non si sa nemmeno, con precisione, se si trattasse di un bagaglio a mano o se la valigia avesse viaggiato in stiva.
 

La sua famiglia, incredula, attende di parlarle: Elisa, detenuta ormai da 10 giorni, nelle scorse ore ha preso contatti con un amico, facendo sapere loro che sta bene fisicamente e che le condizioni di vita all’interno del carcere sono buone. Ha detto anche di essere psicologicamente distrutta da quanto avvenuto. Nei prossimi giorni, contatti più diretti potrebbero avvenire con il legale della famiglia, l’avvocato Renzo De Leonardis. Suo fratello Giuseppe potrebbe partire per Melbourne, ma anche per questo bisognerà attendere una comunicazione da parte delle autorità australiane: «Non potevamo davvero immaginare tutto questo – ha commentato – aveva detto che partiva per un corso di aggiornamento a Rom

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