Bari, la festa del clan al Libertà come rito religioso: dopo la denuncia del sindaco rimosse le luminarie

Qualche attimo di tensione e strada bloccata. Ma questa volta non da cassonetti piazzati al centro e batterie di fuochi d’artificio ma da pattuglie della squadra mobile e della polizia locale che, a Bari, hanno isolato il tratto di via Nicolai, che va da Sagarriga Visconti a via Manzoni al quartiere Libertà. Un’operazione necessaria per permettere l’intervento di una ditta specializzata che ha rimosso le luminarie in stile festa patronale allestite, come accade da qualche anno a questa parte, davanti a un portone per una pseudo festa religiosa privata, che prevede tanto di processione di una statua di Gesù bambino e banda al seguito da mattina a sera per le vie del quartiere. Una manifestazione, non autorizzata, dalla parvenza religiosa ma in realtà legata a rituali vicini alla criminalità organizzata. E nello specifico della famiglia Sedicina. A denunciarlo è stato il sindaco Antonio Decaro, che nella serata di venerdì 31 gennaio ha sporto denuncia alla questura.

“Pare che a Bari, da qualche tempo ci sia una nuova festa – ha scritto il sindaco sulla sua pagina Facebook -. Ogni anno, il 2 febbraio, una famiglia vicina a uno dei clan mafiosi della città, mette in scena una sorta di festeggiamento in onore del capostipite, appropriandosi di un pezzo di città, con precisione di un isolato di via Nicolai, organizzando una parata con tanto di istallazione di luminarie, il passaggio di una banda, lo sparo di fuochi d’artificio e altre attività che lascerebbero pensare ad una vera e propria festa di paese. Peccato si tratti di un rito totalmente illegale, che richiama le pratiche e la cultura mafiosa, che tutti i cittadini per bene della nostra città non possono accettare né tollerare. Farò in modo che in quella strada, domenica a vincere sia lo Stato, la città di Bari e tutti i cittadini per bene“.

Detto, fatto. Il tratto di via Nicolai è stato così interdetto al traffico, blindato e pattugliato dalle forze di polizia per permettere la rimozione delle luminarie e presidiare la strada per non permettere che si svolga il rituale, che lo scorso anno paralizzò l’intera arteria in orario di punta, con le batterie di fuochi d’artificio  a farla da padrone.

Non importa se troveranno un modo per sparare qualche fuoco pirotecnico in qualche isolato lì vicino – ha aggiunto Decaro -, per provare ad affermare la loro presenza. Il 2 febbario 2020, su quell’isolato di via Nicolai ci sarà la città di Bari, non la festa di un clan“.

Sul caso è intervenuto anche il presidente della Regione, Michele Emiliano. “Decaro ha fatto benissimo. Bisogna togliergli tutti gli spazi. Anche una festa, se ha carattere criminale, peraltro con degli spari non autorizzati, non è possibile. Se proprio uno vuole festeggiare qualcosa lo faccia in silenzio, non per strada, a casa sua e senza rompere le scatole a nessuno”.

fonte: GINO MARTINA – bari.repubblica.it

aggiornamento 2 febbraio 2020:

Bari, la festa del clan e la sfida: lo «sparo» in via Nicolai presidiata dai Carabinieri

 

Una risposta a “Bari, la festa del clan al Libertà come rito religioso: dopo la denuncia del sindaco rimosse le luminarie”

  1. Proprio come ha fatto l’amministrazione comunale di Molfetta per la festa di via annunziata solennizata dal vescovo e organizzata da “brave persone”

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