
I disservizi: «Per una visita cardiologica e un ecg se ne parla nel 2024» – fonte: G.Flavio Campanella – www.lagazzettadelmezzogiorno.it
La riduzione delle liste d’attesa è più che altro nel libro dei desideri, se non proprio dei sogni. C’è da marzo un piano, voluto dalla Regione, per smaltire le prestazioni sanitarie (entro la fine dell’anno, altrimenti è previsto scatti il commissariamento ad acta nelle aziende sanitarie inadempienti), ma, a quanto pare, anziché migliorare, il servizio peggiora, almeno per una parte rilevante di visite ed esami, stando a quanto riferiscono i pazienti lettori della Gazzetta e a quanto risulta dal cruscotto pubblicato sul portale PugliaSalute. Stavolta a denunciare quanto la sanità sia lontanissima dalle esigenze dei malati, anche se disabili, è Egidio De Meo, barese 56 enne, infastidito per l’aver inutilmente provato a prenotare una visita cardiologica e un elettrocardiogramma mediante i Cup del Policlinico e della Asl.
ATTESE – De Meo si è sentito rispondere che l’appuntamento poteva essere fissato nella migliore delle ipotesi a Grumo Appula a febbraio oppure a Santeramo a giugno. Dall’operatore dell’azienda ospedaliero-universitaria ha invece saputo che per il Policlinico avrebbe dovuto attendere, lui che nei reparti del nosocomio del quartiere Picone è seguito dagli specialisti da anni, fino al 2025. «Mi hanno detto – afferma De Meo – che non c’era alcuna differenza fra visita di controllo e prima visita: i tempi di attesa sarebbero stati gli stessi. Ma io mi domando e dico: prima di fare l’infusione di immunoglobulina mi fanno fare un day service per controllare tra l’altro i valori del sangue. Ma perché non si può fare lo stesso per il resto?».
PATOLOGIE – De Meo è combattivo (lo si capisce dal tono vibrante e da altri particolari: non sopporta ad esempio che all’ufficio postale non diano priorità ai disabili), ma ha dovuto affrontare talmente tanti ostacoli, e superare così tante barriere, da cadere a volte nello sconforto. Ileostomizzato dal 2016 per un tumore del retto (l’ileostomia è un’operazione chirurgica in cui una parte dell’intestino tenue, in genere l’ileo distale, viene deviata verso l’esterno; va a sostituire l’ano naturale, quindi permette l’espulsione delle feci anticipando la fuoriuscita del contenuto fecale), dopo essersi sottoposto a proctectomia (l’asportazione dell’intestino retto), nel 2021 ha scoperto di essere affetto da polineuropatia demielinizzante infiammatoria cronica.
TERAPIE – La malattia danneggia la guaina, detta mielina, dei nervi periferici, determinando una graduale e progressiva perdita di forza muscolare e alterazioni della sensibilità a livello di braccia e gambe. Per questo De Meo è seguito dagli specialisti della rete malattie rare del Policlinico. «Sono due anni – spiega – che periodicamente mi reco nella clinica neurologica per il trattamento terapeutico (che in generale può includere i corticosteroidi, farmaci che inibiscono il sistema immunitario, e a volte immunoglobulina e plasmaferesi – n.d.r.), in modo da evitare di di finire sulla sedia a rotelle. Dopodiché il neurologo mi prescrive una visita di controllo che però deve essere preceduta da un consulto cardiologico e da un ecg perché per effetto della somministrazione di proteine anticorpali ci possono essere degli scompensi cardiaci. Tornerò dal neurologo a novembre, ma a questo punto non so se riuscirò a portare i referti richiesti».
SOLUZIONI – Inutile girarci attorno. Moltissimi baresi non hanno i soldi per permettersi le cure mediche. De Meo non lo nasconde. «Non lo nego, certo. Ma oltretutto è proprio una questione di principio. Se c’è un sistema sanitario pubblico, credo che i primi a dover essere considerati sono proprio i disabili. Io ho gravi problemi di salute. Ogni volta, fatte le richieste al medico di base, devo farmi il segno della croce. Ma dico io: per quale motivo non sono gli specialisti a prenotare direttamente le prestazioni? Se io sono seguito dal Policlinico perché devo sperare di trovare una soluzione altrove cercando a destra e a sinistra? Ciò nonostante, sono anche disposto a spostarmi, ad andare negli ospedali di Altamura, pure della Basilicata. Ma mi si consenta almeno di fare visite ed esami nei tempi stabiliti. È normale aspettare mesi, se non anni? A questo punto sa che faccio: vado al Pronto soccorso e dico che non sto bene. Poi non dicano che scoppiano per i troppi accessi…».