
La Procura ha chiesto il rinvio a giudizio per il padre di una studentessa del Majorana – fonte: Isabella Maselli – www.lagazzettadelmezzogiorno.it
Una società violenta che non sa più parlare, dove il confronto civile tra idee diverse e tra diverse posizioni lascia sempre più spesso il posto al rumore delle mani e non al suono delle parole.
Lo si vede quasi quotidianamente nei comportamenti aggressivi dei giovani, degli adolescenti (con il fenomeno in crescita delle baby gang), ma anche nelle risposte violente che gli stessi adulti danno quando pretendono con la forza di rivendicare un diritto o una ragione.
Violenza che, quando scoperta e denunciata, finisce nelle aule di Giustizia. È il caso dell’aggressione ad un docente dell’istituto Ettore Majorana del quartiere San Paolo da parte del padre di una studentessa, che ora rischia il processo. La vicenda risale al 23 settembre 2022, pochi giorni dopo l’inizio dell’anno scolastico, e gli schiaffi al professore in pochi giorni portarono anche all’arresto dell’uomo, per aver aggredito il docente della figlia all’interno della scuola dopo aver fatto irruzione in classe.
Dopo la chiusura delle indagini preliminari, la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio per il papà violento, un pregiudicato 35enne del rione, imparentato con un boss del clan Strisciuglio. Interruzione di pubblico servizio e lesioni sono i reati contestati. Oltre il papà dell’alunna, rischia il processo anche un amico di famiglia, un 30enne che quel giorno accompagnò il padre a scuola.
Sulla vicenda è attualmente in corso anche un’altra indagine, da parte dei magistrati minorili, nei confronti della studentessa, la cui posizione è stata stralciata e trasmessa per competenza alla Procura minorile, che ha avviato colloqui con gli assistenti sociali e sta valutando la posizione della ragazza.
Il caso risale a sette mesi fa. Qualche settimana dopo l’aggressione, il 12 ottobre, il padre aggressore finì agli arresti domiciliari (libero dopo tre mesi su decisione dello stesso pm che ritenne ormai attenuate le esigenze cautelari). L’uomo, pregiudicato, è accusato di aver preso a schiaffi il professore 57enne Vincenzo Amorese, docente di diritto di sua figlia. Difeso dall’avvocato Giuseppe Giulitto, non ha mai negato l’aggressione, peraltro immortalata dalle immagini delle telecamere di videosorveglianza della scuola e raccontata oltre che dalla vittima anche da alcune colleghe insegnanti testimoni oculari. Ha però ricostruito quello che è accaduto quella mattina nel tentativo di dare una spiegazione al gesto, motivandolo come una reazione a un messaggio inviatogli dalla figlia in cui si parlava non meglio precisate «attenzioni» da parte del docente.
Stando alla denuncia del professore, invece, questi aveva «redarguito più volte l’alunna entrata in ritardo alla seconda ora senza essere autorizzata, poiché la stessa creava disturbo al regolare svolgimento della lezione. Sin dal suo ingresso, infatti, l’alunna aveva iniziato a tenere un atteggiamento sfrontato e poco rispettoso nei confronti del professore che più volte l’aveva invitata a modificare il proprio comportamento. I rimproveri del docente erano stati inutili al punto che la studentessa aveva iniziato a incitare i suoi compagni di classe a non seguire la lezione pronunciando in dialetto barese la frase: “Non lo sentite a quello, lasciatelo perdere”». Il professore «si era quindi visto costretto a redigere una nota scritta disciplinare nei suoi confronti sul registro».
Terminata la seconda ora, poi, mentre era in un’altra classe, il docente «notava aprire con irruenza la porta di accesso all’aula e contestualmente veniva invitato ad uscire in corridoio da un uomo che gli diceva: “Professore vieni qui che dobbiamo parlare”. Appena varcata la soglia dell’aula – hanno ricostruito gli investigatori – l’uomo gli si poneva frontalmente e gli diceva “professore non ti permettere mai più di fare una cosa del genere” afferrandolo per le spalle, iniziando a schiaffeggiarlo violentemente al punto da fargli perdere l’equilibrio e da provocargli una sensazione di stordimento».
L’aggressore, poi identificato nel padre 35enne della studentessa che aveva ricevuto la nota, avrebbe continuato a minacciare il docente dopo averlo picchiato, per poi allontanarsi solo a seguito dell’intervento del personale della scuola. I video e i racconti di alcuni docenti testimoni, hanno confermato la dinamica dell’aggressione, ora contestata all’uomo in concorso con l’amico che lo aveva accompagnato a scuola e con il contributo morale, come istigatrice, della stessa studentessa.
Intanto le indagini continuano anche per accertare quanto denunciato dalla famiglia della studentessa sui presunti atteggiamenti molesti del professor Amorese.