Bari, interdittiva antimafia a gestore bar di “Pane e Pomodoro” e “Torre Quetta”: Comune revoca concessioni

Il Comune di Bari, preso atto del provvedimento interdittivo antimafia adottato dalla Prefettura di Bari nei confronti dell’impresa attualmente concessionaria del bar sito nell’area demaniale «Pane e Pomodoro», e titolare della concessione dell’area pubblica balneare di «Torre Quetta», ha revocato con effetto immediato le concessioni e ogni autorizzazione ad esse collegata, nonché la Scia per l’esercizio dell’attività commerciale. Lo rende noto l’amministrazione Comunale, annunciando che nei prossimi giorni procederà alla presa in consegna dei siti in questione, che dovranno essere sgomberati dall’impresa destinataria della interdittiva antimafia. 

«Nessuno degli elementi posti a base della misura ha una effettiva rilevanza ed attualità, trattandosi di stralci di atti endo-processuali relativi a vicende risalenti finanche a 32 anni fa». Lo dichiara in una nota la società Il Veliero di Rosa Di Modugno, titolare delle concessioni delle spiagge baresi di Pane e Pomodoro e Torre Quetta, destinataria di una interdittiva antimafia da parte della Prefettura di Bari a seguito della quale il Comune ha revocato concessioni e autorizzazioni.
Nella nota la società spiega che «gli elementi posti a base della misura adottata su istanza dello stesso Comune di Bari si riferiscono ad un soggetto estraneo alla compagine sociale e risultano enumerati in modo gravemente generico ed incompleto, non riportando i provvedimenti definitivi di assoluzione piena, emessi al termine di ciascun procedimento, e finanche di scarcerazione per errore di persona».

A quanto si apprende, il sospetto di infiltrazioni mafiose alla base del provvedimento della Prefettura si riferisce alla presenza, come dipendente della società, di un soggetto, Orlando Malanga, ritenuto in passato dalla magistratura barese vicino a organizzazioni criminali della città e coinvolto anche in una indagine per estorsione – accusa dalla quale è stato assolto – in concorso con l’ex patron del Bari Calcio, Cosmo Giancaspro.

Nella nota la società lamenta poi “che il Comune di Bari ha indebitamente diffuso notizie relative ad atti espressamente coperti dal divieto di divulgazione di accesso, ad ogni effetto di legge», con riferimento alla interdittiva antimafia, annunciando che «di tale illecito verranno chiamati a rispondere in ogni sede responsabili».
«Desta notevoli perplessità – aggiunge – il fatto che la misura sia stata richiesta dopo che il Consiglio di Stato, con i provvedimenti cautelari emessi a marzo e aprile 2020, aveva sospeso l’efficacia del primo provvedimento di revoca delle concessioni adottato dal Comune di Bari sulla base di contestazioni totalmente infondate».
Il Comune aveva infatti revocato la concessione alla società nel settembre 2019. Il Tar aveva rigettato il primo ricorso e invece nei mesi scorsi il Consiglio di Stato ha accolto la sospensiva cautelare chiesta dagli ex gestori fissando l’udienza di merito al prossimo 17 settembre.

Per l’estate 2020, quindi, la gestione delle due strutture sarebbe rimasta in capo alla società in attesa della pronuncia definitiva dei giudici amministrativi ma questo nuovo provvedimento ha bloccato l’attività. La società, però, assistita per le vicende civili, amministrative e penali dagli avvocati Francesco Biga, Saverio Sticchi Damiani, Felice Lorusso e Raffaele Quarta, fa sapere che saranno impugnati “immediatamente anche tali provvedimenti adottati a proprio carico», annunciando anche «un dettagliato esposto alla Procura della Repubblica in ordine alle sconcertanti modalità con cui si è pervenuti alla adozione e alla indebita divulgazione della misura posta base delle nuove revoca delle concessioni».

fonte: www.lagazzettadelmezzogiorno.it

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