
È accaduto sabato sera. Bande giovanili in azione in pieno centro – fonte: Michele De Feudis – www.lagazzettadelmezzogiorno.it
Succede tutto in un attimo. È’ sabato sera in via Sparano, via centralissima di Bari. Un gruppo di una decina di bulli, forse dai dodici ai sedici anni, taglia baldanzosamente la strada. Uno dei più piccoli si guarda intorno. Riceve un cenno di assenso da quello che dovrebbe essere il leader del branco. E nel ciclone finisce una ragazzina. Piccola, elegante, vestita di nero, davanti alla vetrina di Trussardi. Tutto in un attimo. La battuta pesante e una manata che vola. La ragazza è prima impietrita, poi urla la sua rabbia alla banda che si allontana verso San Ferdinando. Il più grande si volta e sfrontato mima il gesto di mostrarle il membro. L’amica la consola, poi arriva un altro conoscente. Nessuno riesce a intervenire, i teppisti si allontanano rapidi e il ritmo della movida del capoluogo regionale sovrasta le lacrime della ragazzina, che porterà nel cuore il segno di una disavventura.
Il bullismo giovanile è un fenomeno criminale ormai radicato nelle metropoli, un misto di istintualità becera e ignoranza, unita alla deviazione di considerare i corpi altrui secondo violente dinamiche di possesso. È un neoconsumismo applicato prima nella devozione per le griffe e poi nel predare, toccare, mascariare. E sullo sfondo c’è un vuoto educativo e comportamentale contaminato dagli esempi di arroganza che giungono (anche) dalla musica dei trapper che sgorga con ritmi ossessivi dagli schermi degli smartphone, perennemente su Tik-Tok.
Che fare? Le cronache di Bari o di Milano quasi si sovrappongono. La sfida è calibrata sulla formazione, ma anche su buone pratiche repressive. Le responsabilità non sono solo del sistema, conta il modello che si trasmette alle nuove generazioni e qui ci vuole una semina lenta di una nuova educazione alla gentilezza. È una sfida collettiva che può coinvolgere psicologi, forze dell’ordine, docenti, sociologi, mediatori e avvocati con percorsi ad hoc nelle scuole o nei centri di aggregazione. Dopo la prevenzione indispensabile ci vuole però l’affermazione delle regole e della legge: le situazioni più gravi vanno contrastate con forza, senza indulgenze. Ci vuole una presenza mirata di polizia urbana e forze dell’ordine per le strade della Bari dei giovani by night, e più controllo anche grazie alle tante telecamere presenti sul territorio. Lo dobbiamo ai nostri figli, all’ennesima ragazza maltrattata nel murattiano e alla società che speriamo di edificare ogni giorno. Con le migliori intenzioni.