
l 23enne Nicolas Primavera è definito da due collaboratori di giustizia l’attuale referente del clan mafioso Strisciuglio in alcuni rioni della città – fonte: Isabella Maselli – www.lagazzettadelmezzogiorno.it
La prima condanna risale al 2016. Lui, Nicola Primavera, chiamato dagli amici e dai sodali Nicolas, aveva appena compiuto 17 anni. Fu trovato con un’arma clandestina e in quello stesso processo finì nei guai per favoreggiamento l’amico coetaneo, anche lui all’epoca giovanissimo criminale in erba, Ivan Caldarola, figlio del boss del Libertà Lorenzo. Oggi Primavera, che di anni ne ha poco più di 23, ha almeno quattro condanne definitive e alcuni procedimenti tuttora in corso per reati vari, dalla resistenza a pubblico ufficiale alle armi, dall’estorsione mafiosa alla rapina.
Nel quartiere dove vive, il San Paolo, è ritenuto già un boss. Uno degli ex vertici del clan Strisciuglio in quel rione, Donato Telegrafo, ora collaboratore di giustizia, lo definisce «il referente sul quartiere San Paolo», una delle figure «apicali» del gruppo mafioso. «Io l’ho lasciato con il grado di quinta» spiega Telegrafo agli inquirenti della Dda nell’interrogatorio di agosto 2022. Un grado, quindi, decisamente elevato nella gerarchia mafiosa, soprattutto tenuto conto della giovane età di Primavera. Una scalata al potere criminale, la sua, iniziata – stando agli atti giudiziari – quando era ancora minorenne e che si sarebbe guadagnato «partecipando a parecchie azioni di fuoco» rivela Telegrafo. «Nicolas Primavera è lui il referente attuale» insiste il «pentito», spiegando che «lui è stato uno dei vertici insieme a noi già dal 2019, da quando sono uscito io. Lui acquista la droga, lui fa tutto, prende decisioni, chi deve campare, chi deve morire, fa i conti, distribuisce droga, pure che sta ai domiciliari, col braccialetto, fa tutto». Insomma «è il responsabile sul quartiere San Paolo, è il boss sul quartiere San Paolo e Palo del Colle e anche Libertà, quel lasso di Libertà che c’hanno loro».
Ed è la droga ad averlo messo nei guai l’ultima volta: arrestato in flagranza il 25 novembre 2022 per detenzione ai fini di spaccio di droga. Quando è stato arrestato (ed è tuttora in cella) il 23enne era ai domiciliari da ottobre 2021 (dopo 7 mesi in carcere) per una tentata estorsione che gli è costata in appello la condanna a 1 anno e 8 mesi. In casa gli investigatori gli trovarono 212 grammi di cocaina (122 netti con principio attivo superiore all’80%, quasi pura) da cui si sarebbero potute ricavare 663 dosi, 366 già confezionate in «cipolline», quindi pronte per la cessione. Aveva anche tre bilancini di precisione e altri strumenti per il confezionamento, altri 25 grammi di hashish (303 dosi) e 610 euro in contanti. «Nicolas Primavera gestisce tutto, è lui il capo attualmente di tutto su vari quartiere di Bari – continua il collaboratore di giustizia – è lui che rifornisce la droga a tutti, sia affiliati e non affiliati al San Paolo. È lui che detiene molte armi ed è la cassa del clan, fa tutto lui».
Del 23enne ha parlato anche un altro «pentito», Francesco Lopez, fratello di Ivan, il 31enne ucciso in un agguato mafioso a settembre 2021 sul lungomare San Girolamo, che parla di Primavera come di «un uomo di fiducia» del boss.
Dagli atti della polizia giudiziaria sulla «caratura criminale» del 23enne, finiti nelle indagini della Dda che fotografano la spartizione mafiosa del territorio tra famiglie mafiose e, con la carcerazione dei capi clan, l’ascesa delle giovani leve, «appare chiaro come Nicola Primavera è da ritenersi appartenente al clan Strisciuglio, con funzioni verticistiche nelle articolazioni dei quartieri San Paolo e Libertà».
Dopo l’arresto in flagranza di novembre per la droga, come detto, Primavera è finito di nuovo in carcere. Nel processo con rito abbreviato che si è concluso ieri dinanzi al gup Giuseppe Battista è stato condannato a 6 anni e 4 mesi di reclusione. Per il pm della Dda Fabio Buquicchio aveva chiesto 9 anni e 4 mesi.