Bari, il Gruppo Intini travolto dal crac. All’asta i tesori immobiliari: palazzi storici e masserie

fonte: http://bari.repubblica.it – di GABRIELLA DE MATTEIS

Un palazzo storico trasformato in un hotel a Noci. Un’antica masseria e un appartamento di nove vani in una zona prestigiosa di Roma. Il tesoro immobiliare del Gruppo Intini va all’asta. Alloggi, terreni, immobili di pregio per un valore di 7 milioni di euro sono stati messi sul mercato dal tribunale di Bari nel tentativo di salvare l’azienda. Il Gruppo Intini, travolto dalla crisi come altre società di costruzioni baresi, nel 2014 è stato ammesso al concordato preventivo. E il piano di salvataggio passa proprio dalla dismissione del patrimonio immobiliare.

Il ricavato della vendita servirà per ripianare i debiti. La dimora storica, Palazzo Gabrieli, nel centro storico di Noci, paese natale della famiglia Intini, ospita una struttura ricettiva “di alto standing qualitativo”, scrive il perito del tribunale. Il valore è di 2 milioni 100mila euro. Il rilancio minimo per l’acquisto è di 50mila euro. Quota, invece, un milione 320mila euro il complesso masserizio Gamma d’Arrigo, nelle campagne del paese: composta da tre corpi di fabbrica, la struttura anche in questo caso ha una destinazione d’uso turistico alberghiera. A Noci il Gruppo Intini aveva il suo quartier generale. E oltre all’albergo e alla masseria, all’asta ci sono appartamenti, terreni agricoli e parcheggi nel paese del Sud-est barese.

Un patrimonio milionario al quale si aggiunge un prestigioso appartamento a Roma, in via Crescenzio, non lontano dal Vaticano e dalla Cassazione. Al quinto piano di uno stabile storico, il Gruppo Intini possedeva una residenza di nove vani uso ufficio. L’appartamento attualmente è affittato con una rendita di più di 10mila euro al mese. Il valore del bene, così come quantificato dal tribunale, è di un milione 100mila euro. Il rilancio minimo è di 30 mila euro. La vendita è in programma per il 20 aprile prossimo.

La messa all’asta di una parte del patrimonio immobiliare dell’azienda Intini, di fatto, chiude un capitolo della storia dell’imprenditoria a Bari e provincia. Come la Dec o il gruppo Matarrese, anche il Gruppo Intini ha cercato un piano di salvataggio per evitare il fallimento e quindi salvare i posti di lavoro. L’azienda di Noci aveva accumulato molti debiti. L’ultimo bilancio nel 2012 si era chiuso con perdite negative di 50 milioni e un patrimonio netto negativo di 20 milioni. Del gruppo di Noci fa parte anche la Sma, la società che faceva capo a Enrico Intini. Il nome di quest’ultimo (da sempre considerato vicino ad ambienti di centrosinistra) è venuto fuori nell’inchiesta che ha avuto come protagonista Gianpaolo Tarantini.

Enrico Intini (che nel fascicolo non è però mai stato indagato) con la sua azienda, la Sma, attraverso Tarantini e la sua amicizia con l’allora premier Silvio Berlusconi puntava al business della Protezione civile e sperava di fare affari con Finmeccanica. E’ con Intini che Tarantini, nel 2008, si presenta da Guido Bertolaso. “Ci ha proposto una bella cosa… stanno preparando una società mista fra Protezione civile e Finmeccanica… che controlla tutte le tecnologie, una cosa seria una cosa enorme…, chiama Enrico, chiedi e poi richiamami”, dice Tarantini riassumendo, in una telefonata con Roberto De Santis, il senso dell’incontro e quindi i progetti di espansione nel settore della Protezione civile.

Il Gruppo Intini deteneva le partecipazioni delle singole società. Una è la Angelo Intini, l’azienda che faceva capo al padre di Enrico, ammessa al concordato in un altro procedimento. In questo caso la società aveva accumulato un passivo di 90 milioni di euro. Il tribunale ha dato il via libera al salvataggio della società di costruzione grazie alla decisione di cedere alcuni rami di azienda. Più di 20 gli appalti pubblici che la Angelo Intini era riuscita ad aggiudicarsi in tutta Italia e che grazie al concordato preventivo ha mantenuto.

Per partecipare all’asta degli immobili del Gruppo Intini, entro le 13 del giorno precedente alla vendita dovrà essere inviata la propria proposta d’acquisto. Alla quale dovrà allegata una cauzione di importo non inferiore al 10 per cento del prezzo offerto.

 

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