
Biciclette elettriche e pannelli solari fra la merce sparita. L’impiegato e i tre militari sono tutti accusati di peculato. I militari erano impegnati nei controlli sulle navi: sono stati gli stessi colleghi ad avviare l’inchiesta – fonte: Chiara Spagnolo – bari.repubblica.it
Una volta erano spariti pannelli solari, un’altra biciclette elettriche. Un’altra ancora batterie e telecomandi, quindi materiale elettrico di vario genere. Tutta roba che era stata sequestrata nel porto di Bari, nell’ambito dei controlli doganali sulle navi in transito messi in atto dalla Guardia di finanza e dall’Agenzia delle dogane. Ma quelle sparizioni non sono passate sotto silenzio ed è stata la stessa Guardia di finanza ad avviare un’indagine, che nel luglio scorso aveva portato la pm Luisiana Di Vittorio a chiedere e ottenere una proroga di sei mesi delle indagini preliminari e poi a disporre, lo scorso settembre, una serie di perquisizioni nei confronti di quattro indagati.
Si tratta di tre militari in servizio presso il II Gruppo Bari (R.N., G.V. e G.I.) e di un funzionario dell’Agenzia delle dogane e monopoli (C.M.), che sono accusati di peculato. Tutti, a fine 2022, erano in servizio nel porto di Bari e partecipavano alle operazioni quotidiane di controllo sui mezzi in entrata e in uscita. Stando alle ipotesi accusatorie – che dovranno essere ulteriormente precisate al termine delle indagini preliminari – si sarebbero illecitamente appropriati di beni che erano stati sottoposti a sequestro o stavano per esserlo.
In un caso, per esempio, sarebbero spariti alcuni pannelli solari, che sarebbero stati poi rivenduti a terze persone grazie all’intervento di alcuni familiari del finanziere che se ne sarebbe appropriato. In un altro sarebbero state sottratte bicilette elettriche e una di esse sarebbe poi stata rivenduta per 900 euro. Nel terzo capo di imputazione contestato si fa invece riferimento a capi di abbigliamento, batterie e telecomandi. Nel quarto a generico materiale elettrico.