Bari e provincia, ladri scatenati: ecco le tecniche dei «topi d’appartamento»

Svaligiata una casa ogni quattro ore, sei e mezzo nell’arco della intera giornata. La piccola criminalità predatoria, scatenata nel periodo natalizio, vuole trovare i suoi regali – fonte: Luca Natile – www.lagazzettadelmezzogiorno.it

Svaligiata una casa ogni quattro ore, sei e mezzo nell’arco della intera giornata. L’assalto dei topi di appartamento a Bari non si ferma, neppure nei giorni dell’Immacolata. Per il Natale la piccola criminalità predatoria vuole trovare i suo regali. In cima alla lista dei desideri dei predono insieme a denaro contante e gioielli ci sono sopratutto tablet, smartphone, lettori dvd blue ray, ultrabook, sistemi micro hi-fi, hard disk esterni, e-book, telefonini e pc portatili. L’alta tecnologia è diventata l’ultima moda in fatto di saccheggi. Diavolerie elettroniche da rivendere al mercato nero o immettere in una rete di distribuzione «parallela» che rifornisce piccole e medie attività commerciali che agiscono nella legalità ma che, quando si tratta di procurarsi merce a costi inferiori, non vanno tanto per il sottile. I furti hi-tech sono cresciuti negli ultimi anni alla stessa velocità della tecnologia.

È composto da un telefonino cellulare quasi dismesso, un iPhone 6 e di una fotocamera digitale tascabile il bottino racimolato dai «topi d’appartamento» che l’altra sera sono entrati in un appartamento al secondo piano di un condominio che si trova tra via Giuseppe Re David e via Fanelli. I ladri sono entrati sono entrati dalla porta di ingresso principale, forzando la serratura e dopo aver rovistato in lungo e il largo, hanno afferrato il vecchio smartphone e la fotocamera lasciati nel cassetto di una scrivania sulla quale c’era anche un computer da tavolo che hanno lasciato al suo posto, troppo pesante e ingombrante, difficile da trasportare. Stando al racconto del padrone di casa (che ha deciso di non denunciare l’accaduto) a metterli in fuga potrebbe essere stati i vicini che appena rincasati hanno udito la porta del suo appartamento chiudersi e qualcuno correre giù per le scale.

Le statistiche sono impietose nel mostrare non soltanto il numero crescente di saccheggi ma anche come non vi siano più luoghi veramente sicuri.

Bari è tra le prime 27 province più pericolose d’Italia. Stando ai dati diffusi dal dipartimento di Pubblica sicurezza del ministero dell’Interno, che fotografano unicamente i delitti «emersi» in seguito alle segnalazioni delle Forze di Polizia, nel 2021 nell’area metropolitana si sono registrate 42.920 denunce, che vuol dire 3.504,5 denunce ogni 100mila abitanti. Per quello che riguarda nello specifico le razzie in appartamento sono state 2.085, ossia 170,2 ogni 100mila abitanti. In media più di 5,71 furti al giorno. Un trend in crescita che le proiezioni collegate all’anno 2022 confermano in pieno. Uno studio di Confabitare, l’associazione proprietari immobiliari, infatti riferito ai primi sette mesi di quest’anno indica per Bari un aumento che oscilla tra il 14 e il 15%. Le denunce e le segnalazioni raccolte nella seconda metà dell’anno sembrano indicare un ulteriore incremento con una media giornaliera di 6 furti e mezzo ogni 24 ore. Stiamo parlando solo dei casi regolarmente denunciati. Quando il danno, come nel caso dell’appartamento tra via Re David e via Fanelli, è molto contenuto, le vittime spesso preferiscono non denunciare.

Bande specializzate di «topi d’appartamento» battono città e provincia ogni notte. Accanto alla malavita barese «specializzata» c’è anche quella che arriva dall’Est Europa o dal Nordafrica. Dalle analisi della Direzione investigativa antimafia emerge con chiarezza come negli ultimi anni anche a Bari lo scenario criminale sia progressivamente cambiando con i reati a carattere predatorio spesso ad appannaggio non solo degli stessi baresi ma anche di georgiani, romeni, marocchini, ucraini, croati, moldavi, russi, tunisini. Come viene gestita questa specie di filiera etnica dei furti in appartamento? Oro e gioielli, subito dopo i saccheggi, finiscono direttamente nelle mani dei ricettatori di Bari e di Napoli che pagano meglio. Personal computer, macchine fotografiche, playstation, tablet, lettori mp3, telefonini (tecnologia ricercatissima) vanno ad alimentare il mercato nero.

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