Bari, droga per le feste: studenti e prostitute spacciatori per un giorno

La Befana vien di notte, con le scarpe tutte rotte e la droga nelle tasche… Da Natale al giorno dell’Epifania i venditori di hashish, marijuana, eroina e cocaina hanno fatto gli straordinari. Happy hour, feste in casa, serate in discoteca, tombolate con gli amici, il divertimento è più divertente sotto gli effetti della droga. La domanda è lievitata rapidamente insieme all’offerta, costringendo gli spacciatori a fare gli straordinari. È l’altra faccia del White Christmas.

La malavita che controlla il mercato e che si ingegna per potenziare la rete di distribuzione e di vendita, ha organizzato banchetti anche sotto i lampioni delle prostitute, affidando agli sfruttatori delle donne dosi da smerciare ai clienti, una specie di servizio aggiuntivo.

Per conquistare nuove fette di mercato e fidelizzare i ragazzi della Bari bene poi, chi muove le fila della vendita al dettaglio si è affidato a nuove figure lavorative come il «pusher universitario», lo «spacciatore liceale», ragazzi tra i 17 ed i 22 anni, tutta gente che ha già la sua comitiva, che vive la movida a tempo pieno e che può vendere la propria mercanzia a chi ha il portafoglio bello gonfio grazie alle «paghette» di papà e mamma, alle strenne dei nonni e che potrebbe pagare anche con la carta di credito.

Appartengono a questa speciale categoria di lavoratori part-time, i due studenti, il più giovane ha 18 anni, il più adulto 20 con un piccolo precedente di polizia per detenzione di sostanza stupefacente, che gli agenti della Sezione volanti della Questura hanno fermato sul lungomare, esattamente in Piazza Eroi del Mare. Il diciottenne aveva nelle tasche 11 dosi di marijuana, l’altro 10. Gli agenti, li hanno tenuto d’occhio per buona parte della serata mentre coltivavano le loro pubblici relazione ed evidentemente i loro affari davanti al Ciringhito, uno dei luoghi più frequentati della movida barese.
Quando hanno avuto la certezza che i due, coperti da altre tre amici, due ragazzi di 19 e 20 anni, una ragazza di 19, tutti studenti, stavano coltivando la clientela li hanno bloccati e denunciati. Uno dei loro amici di comitiva aveva con se una dose della stessa sostanza.

Poco prima di venire fermato, il 19enne ha tentato di disfarsi del telefonino di «servizio» un vecchio Altatel che secondo gli agenti utilizzava per mantenere sempre attivo un canale di collegamento con i suoi clienti. Pare sia una scelta che fanno molti spacciatori prima di tutto per evitare di perdere in caso di arresto, denuncia e sequestro uno «strumento di lavoro» molto costoso. C’è poi un motivo di «sicurezza». Gli smartphone sono a rischio di facile intercettazione, mentre i vecchi cellulari dovrebbero esserne immuni. In realtà sono a rischio intercettazioni anche i vecchi apparecchi ma per chi ha qualche cosa da nascondere possono essere, diciamo, diversamente insicuri, cioè insicuri per motivi diversi: meno funzioni ha il telefono e meno funzioni può sfruttare il captatore, l’investigatore.

Stesso stratagemma al quale fanno ricorso gli sfruttatori delle prostitute che da qualche tempo si sono attrezzati per offrire alla clientela un servizio in più. Ogni sera e soprattutto nel corso dei fine settimana, quando il giro aumenta, organizzano dei punti vendita sotto i lampioni e lungo i marciapiedi occupati dalle loro «ragazze». Il fenomeno, relativamente nuovo, sta prendendo piede soprattutto in via Glomerelli, sotto gli occhi della gente che vive in quella zona ma anche in viale Pasteur dove la prostituzione esercitata insieme allo spaccio sono attività più discrete, ma non troppo. Vendere sesso e droga insieme sembra essere un abbinamento dalle notevoli potenzialità. È infatti cresciuto il numero delle prostitute «on the road» e in particolare di quelle di nazionalità romena.

Japigia. Madonnella, San Giorgio, Stanic, Libertà, Picone hanno strade a luci rosse che posso diventare piccoli bazar. Di donne ne trovi una ogni due, trecento metri. Si dividono le strade, gli incroci e un po’ alla volta si avvicinano alle zone più abitate e sicure, occupano spazi, avvicinandosi al centro. Per la malavita straniera è un settore redditizio più della droga. Ora però i due grandi business della criminalità organizzata cominciano ad andare a braccetto. Le prostitute romene le più numerose, occupano poco meno del 40% del «mercato», poi ci sono le nigeriane, 30%. Il resto sono albanesi, bulgare, ucraine e italiane. Sì per strada sono tornate anche loro, le italiane. Cinesi, sudamericane e ancora italiane appartengono a quel 35% di prostitute che ricevono i clienti in casa (il restante 65% consuma viceversa gli incontri all’aperto). Potenzialmente una nuova manovalanza per il giro dello spaccio che potrebbe spostare gli equilibri sul mercato.

Cocaina, hashish, marijuana, eroina, exstasy, ketamina, anfetamina, Ci sono stati giorni tra Natale e Capodanno che i venditori hanno abbassato il prezzo fino a 5, 6 euro al grammo a volte anche a 3 euro per i clienti da fidelizzare con sconti natalizie. La concorrenza dei prezzi è stata spietata. Dosi a «prezzo di costo» per accaparrarsi nuovi clienti. Il Natale è stato il periodo delle offerte.

Naturali o sintetiche le droghe sono il business più lucroso in mano alla criminalità organizzata barese che lascia agli stranieri il giro della prostituzione. Se una cifra può essere indicativa per dare il senso di quanto la richiesta di droghe sia cresciuta, sono più di 15 mila a Bari e hinterland i consumatori abituali di cocaina. Un calcolo approssimato per difetto se si mettono insieme quelli che lo sballo se lo concedono solo durante il fine settimana, quelli che «io lo faccio almeno due volte a settimana» e poi quelli della provincia che la «roba» vengono a comprarla nel capoluogo.

fonte: LUCA NATILE – www.lagazzettadelmezzogiorno.it

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