Bari, docente preso a schiaffi e minacciato da due uomini dopo la nota a una studentessa. La preside: «Il prof. non dice la verità»

Il docente aveva ripreso la ragazza che dopo essere arrivata in ritardo avrebbe disturbato la lezione con il suo comportamento – fonte: www.lagazzettadelmezzogiorno.it

Un docente di diritto ed economia nell’Istituto ‘Majorana’ di Bari ha denunciato di essere stato aggredito in aula da due persone che hanno fatto irruzione e lo hanno schiaffeggiato per punirlo di una nota in condotta messa poco prima ad una sua studentessa. Secondo la notizia, riportata dal Corriere del Mezzogiorno, il fatto sarebbe successo il 23 settembre scorso.
Il docente aveva ripreso la studentessa che dopo essere arrivata in ritardo disturbava la lezione con il suo comportamento. Quando l’insegnante le ha messo la nota, la studentessa gli ha promesso vendetta e alla terza ora, sarebbe avvenuta l’aggressione.

Secondo il racconto del docente, i due uomini hanno fatto irruzione nella sua aula salendo indisturbati al primo piano dell’edificio scolastico, lo hanno aggredito minacciandolo di ulteriori ritorsioni se avesse sanzionato nuovamente la ragazza. Sull’accaduto indagano i carabinieri.

Sono stati identificati i due uomini che avrebbero aggredito in classe un professore dell’istituto Maiorana di Bari, nel rione San Paolo, per ‘vendicare’ una nota che il docente aveva inflitto ad una studentessa. Sull’accaduto indaga la Polizia.
L’aggressione, secondo quanto confermano fonti investigative, sarebbe avvenuta durante l’orario di lezione, con il professore preso a schiaffi dalle due persone. Il docente, rientrato in Puglia dopo 16 anni di insegnamento nel nord Italia, ha riportato alcune lesioni. Stando alla denuncia presentata, l’aggressione sarebbe avvenuta alla terza ora di lezione, tutto sarebbe scaturito da una nota messa a una studentessa per essere entrata in ritardo a scuola e per aver disturbato più volte la lezione in corso.

La versione della preside

«La vicenda non è come è stata raccontata dal professore. C’è ben altro. Lui ha avuto atteggiamenti non corretti». E’ quanto ha dichiarato la dirigente scolastica dell’Istituto Majorana» di Bari, nel quartiere San Paolo, Paola Petruzzella, intervenendo sulla presunta aggressione in aula denunciata da un docente di Diritto ed Economia.
«Ci sono ancora indagini in corso, per cui non posso essere dettagliata. Io ho comunque approfondito la vicenda – ha aggiunto – ascoltando le alunne. Quello che lui ha dichiarato non corrisponde al vero. Per niente. Lui ha avuto dei comportamenti che non sono consoni ad un docente». «Questo è quello che emerge dalle mie indagini e poi tra l’altro – afferma la dirigente – i genitori della ragazza hanno fatto una denuncia ai carabinieri dove hanno fatto altre dichiarazioni. Da parte nostra c’è la massima collaborazione con le forze dell’ordine». Il docente, come confermato dalla dirigente scolastica, dopo la presunta aggressione, avvenuta il 23 settembre scorso, non è ancora rientrato a scuola.

Sasso: «Reagire con fermezza»

«Neanche il tempo di rimarcare l’importanza della figura dell’insegnante nella giornata che dovrebbe celebrarla in tutto il mondo, che purtroppo la cronaca ci restituisce una brutta realtà, fatta di violenza, di umiliazione, di atteggiamenti mafiosi ai danni proprio di un insegnante. È di pochi minuti fa la notizia di una aggressione avvenuta in una scuola di Bari ai danni di un professore che è stato prima insultato e poi picchiato durante l’orario di lezione in classe, davanti ai suoi alunni, da due delinquenti entrati indisturbati nell’edificio scolastico. La sua colpa? Quella di aver messo una nota ad una studentessa irrequieta che poi si sarebbe vendicata chiamando i due individui». Lo afferma il sottosegretario all’Istruzione Rossano Sasso.

«Mi recherò personalmente nelle prossime ore in quella scuola per portare solidarietà all’intera comunità scolastica e ribadire la fermezza dello Stato nel rispondere con determinazione e durezza a chi ha umiliato e picchiato Vincenzo, professore di 57 anni tornato in Puglia dopo aver insegnato al Nord per 20 anni», fa sapere l’esponente del Ministero di Viale Trastevere.

«Chi tocca un insegnante tocca un milione di lavoratori della scuola e 8 milioni di studenti, tocca lo Stato e lo Stato deve intervenire. Nel 2019 depositai a mia prima firma una proposta di legge (n.1820) che prevede l’inasprimento della pena per chi usa violenze nei confronti di un docente, ma è rimasta impantanata nella burocrazia parlamentare. Mi impegno a portarla in Aula come primo atto della prossima legislatura».

«Lungi da me – aggiunge Sasso – voler occuparmi di casi come questo esclusivamente dal punto di vista repressivo, condivido di certo l’approccio pedagogico teso alla prevenzione di determinati e pessimi fenomeni soprattutto nelle scuole cosiddette di periferia, ma chi ha sbagliato deve pagare, tutto e fino in fondo. Un professore non può avere paura di fare il proprio mestiere, non può avere paura di andare in classe a fare lezione», conclude il sottosegretario.

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