Bari calcio, Giancaspro sotto inchiesta per i fondi “last minute”

fonte: https://rep.repubblica.it – di GIULIANO FOSCHINI

La buona notizia é che in questa stagione la penalizzazione in classifica per il Bari quasi certamente non ci sarà . La squadra potrà giocare i playoff e tentare la scalata in serie A. La cattiva è che resta da capire cosa resterà del Bari l’anno prossimo. Perché nell’udienza davanti alla Procura federale della Figc, in cui si doveva discutere il deferimento della società per il ritardato pagamento di contributi e ritenute, c’è stato il colpo di scena. La Procura federale ha acquisito un documento —un certificato dell’Agenzia delle entrate — inviato dalla Procura della Repubblica di Bari. Un documento che certifica due cose: la prima, che l’inchiesta della Procura di Trani sul presi-dente Cosimo Giancaspro, indagato per bancarotta, non è la sola. Esiste una seconda della Procura di Bari che punta al Bari calcio. Un’indagine — e veniamo alla seconda notizia — che mira a capire la solidità dell’azienda (visti i bilanci in rosso) e soprattutto i canali con i quali in questi mesi si è finanziata. Il Bari è controllata da una società che fa capo a Giancaspro, la “Kreare Impresa srl”, che ha difficoltà importantissime. Tanto che ha dovuto assistere, immobile, al fallimento di un’altra società sua controllata (al 71 %), la Fin-Power, cosi come era stato certificato dal tribunale di Bari nelle scorse settimane. 

Qualche nuova informazione può arrivare invece dal documento dell’Agenzia delle entrate prodotto ieri. I fatti sono questi: arrivati alla scadenza del 16 marzo, Giancaspro deve effettuare i versamenti per i contributi previdenziali. Di solito procede online, ma quel giorno, racconta il presidente, è stato vittima di un bug informatico. Corre così allo sportello della banca di riferimento — la Popolare di Bari — e chiede all’operatore di effettuare l’operazione. Gli viene, racconta, rilasciata la ricevuta con tanto di timbro e firma del bancario e invia tutto in Federcalcio. II problema sembrava risolto, dunque. In realtà pare di no. Perché da Roma si accorgono che i soldi arrivano sì ma soltanto due settimane dopo, seppur con la valuta giusta. Com’è stato possibile? Provano a fare qualche accertamento, ma la società nega a Deloitte, la società di revisione della Federcalcio, di accedere agli atti.

Il Bari continua — e lo fa ancora oggi con Repubblica con l’avvocato Mania Grassani, il principe del foro italiano del diritto sportivo — a sostenere che tutto è in regola. E che se qualche errore c’e stato, può essere stato della banca e non certo del Bari. E’ da accertare infatti se il 16 sul conto della società ci fosse, o meno, il denaro necessario per il pagamento. 0 se, come sembra, quel denaro è arrivato in seguito. Fra l’altro attraverso uno strano giro extraeuropeo che il documento prodotto ieri dall’Agenzia delle entrate potrebbe aiutare a ricostruire. Che accade quindi? Le valutazioni sportive le farà evidentemente la magistratura sportiva. Sembrano più delicate invece quelle penali, che mirano a capire innanzitutto se la società è solida e ha la capacità di finanziarsi. E poi esattamente da dove arriva il denaro “last minute” che sta tenendo in piedi il Bari. E’ un fatto che il presidente Giancaspro abbia recentemente, nel certificare un rosso di bilancio di 5,3 milioni, nominato un consiglio di amministrazione per guidare la società. Vicepresidente e amministratore delegato è il suo avvocato penalista, Raul Pellegrini. Un posto è stato poi riservato al suo avvocato civilista, Francesco Biga. E un altro all’avvocato Giancarlo Lanna. Civilista con un passato in Alleanza nazionale, il legale è stato molto legato a Francesco Corallo, il re delle slot machine coinvolto con Gianfranco Fini nella storia della casa di Montecarlo. E attualmente in attesa di essere processato con l’accusa di aver sottratto 85 milioni al fisco. Lanna è stato per anni il legale di fiducia di Corallo, ha seguito per suo conto i principali affari del più grande imprenditore italiano del gaming. E secondo alcune dichiarazioni agli atti dell’indagine “era stato proprio Lanna a creare la struttura societaria grazie alla quale Atlantis ottenne la concessione dei Monopoli». Ora, invece, è entrato nel cuore del Bari. 

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