Bari calcio, decreti ingiuntivi e dipendenti in ferie forzate: tutti i rebus dell’era Giancaspro

fonte: http://bari.repubblica.it – di ANTONELLO CASSANO

Gran parte dei dipendenti in ferie forzate. In attesa dell’arrivo di Siemens e Osram, il Bari calcio manda una lettera ai lavoratori. E “per evitare” di metterli in cassa integrazione, li manda in ferie fino al 31 luglio. Il futuro descritto dalla società sarà pure milionario, ma il presente dell’era Giancaspro racconta un’altra storia. Fatta soprattutto di contenziosi con i fornitori, costosi contratti dei giocatori e anche ferie forzate per i dipendenti.

L’eredità di Paparesta. Per comprendere come si è arrivati a questo punto, bisogna partire dall’inizio. Tutto parte da quei playoff mancati nella stagione precedente. Il Bari non va in serie A e perde la premialità da circa 30 milioni di euro. Gianluca Paparesta, allora presidente, finisce in fuori gioco. L’operazione Noordin Tatò (il malese che avrebbe dovuto acquistare il 50 per cento delle azioni della società) si chiude in maniera rocambolesca. A questo punto entra in scena Cosmo Giancaspro, imprenditore molfettese con interessi nei settori dell’edilizia e dell’eolico, che dal 22 giugno scorso, dopo una lite furibonda con Paparesta in assemblea dei soci, viene nominato amministratore unico del Bari.

Il litigio in casa. Giancaspro parte subito in quarta. Annuncia un piano industriale da 80-100 milioni di euro. Vara una ricapitalizzazione da una manciata di milioni di euro per coprire i debiti e comincia i contrasti con dipendenti e fornitori. Esemplare è la storia del litigio con il custode. A Pasquale Ciccarelli, storico custode dello stadio, presenta una richiesta di sfratto. Giancaspro però tempesta Ciccarelli di richiami disciplinari, fino all’ultima sospensione dal lavoro di tre giorni per aver fatto entrare ospiti nello stadio.

Il rischio Infront. Ma per Giancaspro e per il Bari sarà molto più importante avere ragione nei contenziosi con gli ex fornitori. Quello messo su con Infront, la società che gestisce i diritti televisivi del calcio italiano, è per molti osservatori una mina vagante in grado di far saltare la società. Sul rapporto tra Infront e Paparesta c’era già un’inchiesta della Procura. Ad agosto scorso Giancaspro rompe in maniera unilaterale il rapporto tra la società e il Bari. Peccato che Infront avesse un contratto da cinque anni, garantendosi i diritti per la pubblicità a bordo campo e i diritti d’archivio, anticipando anche alcune somme che ora rivuole indietro. La richiesta è di 4,1 milioni di euro. Il Bari ha risposto lanciando una richiesta di risarcimento di 6,5 milioni. La battaglia in tribunale potrebbe essere decisiva per i conti della squadra.

Il miglior prato della B. Saranno decisive anche le battaglie con altri ex fornitori. Nel 2015 il Bari aveva il campo migliore di serie B, secondo una classifica della Lega, curato da De Grecis e Indalgo. Giancaspro risolve il contratto. Ora i De Grecis hanno ottenuto un decreto ingiuntivo di oltre 400mila euro. Il giudice ha stabilito che il pignoramento eseguito nei confronti di tutte le banche è valido, sospendendo la procedura. Intanto quest’anno il campo del San Nicola è sceso al nono posto della classifica Lega.

Le magliette in magazzino. L’altra vicenda scottante riguarda il magazzino dello stadio. La storia comincia nell’era Paparesta. L’ex arbitro siglò un contratto di licensing con la Global (amministratore unico Romeo Paparesta, padre di Gianluca), la quale si approvigionò acquistando maglie dalla Nike. Giancaspro blocca tutto. La Global però finisce in debito con Nike per 160mila euro. Partono querele. Global Licensing ottiene il decreto ingiuntivo per 400mila euro. Global sostiene che parte di quella merce depositata in magazzino viene venduta dal Bari presso lo store all’interno del San Nicola.

Aerei, catering e medici. Ma i decreti ingiuntivi al tribunale di Bari sono una quindicina. L’elenco è lungo e riguarda anche Balkan Express, che garantiva le trasferte in aereo alla squadra facendo in cambio esibire il marchio. La nuova era chiude tutti i rapporti e ora Balkan presenta richiesta danni per qualche centinaio di migliaia di euro. Contenziosi sono in piedi anche con l’ex direttore marketing e con gli ex medici della squadra. Risoluzione consensuale invece con Betaland e Ladisa.

I contratti dei calciatori. Non bastassero i contenziosi, a preoccupare ci sono anche i contratti dei giocatori. Nell’ultima stagione il Bari si è scatenato nelle campagne acquisti. Risultato un parco giocatori troppo ampio con calciatori avanti negli anni e contratti lunghi (Franco Brienza ha 38 anni e un anno di contratto, come Moras che di anni ne ha 35). Non a caso il monte ingaggi è il sesto più pesante della serie B: 5,6 milioni di euro. Questo però riguarda solo la parte fissa dello stipendio. Ma l’ingaggio è composto anche dalla parte variabile e molti giocatori del Bari hanno una parte variabile molto alta legata a facili premi di risultato.

L’incognita bilancio. L’altra vera incognita è rappresentata dal bilancio. Le ultime cifre a disposizione risalgono a dicembre scorso: 7,8 milioni di euro di perdite e debiti per 10 milioni. Per saperne di più bisognerà aspettare il bilancio dell’era Giancaspro. Intanto in città si attende il suo progetto faraonico.

 

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