Bari, il boss Parisi assolto dopo vent’anni dalle accuse di traffico di droga e contrabbando

fonte: http://bari.repubblica.it

La Corte d’appello di Bari ha assolto il boss Savino Parisi, capo dell’omonimo clan del quartiere Japigia a Bari, dall’accusa di associazione per delinquere finalizzata al traffico di droga, ha dichiarato il non luogo a procedere per l’accusa di associazione finalizzata al contrabbando di sigarette in quanto il boss è già stato condannato per gli stessi fatti in un altro processo e ha infine dichiarato la prescrizione di singoli episodi di contrabbando risalenti agli anni Novanta.

La sentenza arriva a circa vent’anni dai fatti contestati, al termine del procedimento penale chiamato dagli inquirenti della Dda barese ‘Maestro’, nato nel 2002 dopo le dichiarazioni di un pentito, Pietro Losurdo, all’epoca braccio destro di Savino Parisi. In primo grado, nell’ottobre 2005, il boss fu assolto dall’accusa di associazione finalizzata al traffico di droga e condannato per il contrabbando di sigarette a sette anni di carcere.

In appello, cinque anni dopo, la condanna fu aumentata a otto anni e sei mesi perché i giudici lo ritennero colpevole anche di aver gestito il traffico di droga per circa un decennio. La Cassazione nel 2012, accogliendo il ricorso dei difensori Raffaele Quarta e Rubio Di Ronzo, annullò con rinvio: il processo di appello bis si è concluso senza alcuna condanna per il capo clan.

Tommy Parisi va a vivere a Napoli: il cantante neomelodico figlio del boss Savino lascia la sua Bari

fonte: http://bari.repubblica.it – di MARA CHIARELLI

Ha già l’accento napoletano e le foto scaramantiche, in posa sotto le collane di aglio e peperoncino. Un taglio con il passato e un ritorno (in qualche modo) all’infanzia per Tommy Parisi, figlio di Savinuccio, boss del quartiere Japigia a Bari, e cantante neomelodico da vent’anni. Il rampollo della famiglia mafiosa, cresciuto a pane e canzoni partenopee, a stretto contatto con personaggi del calibro di Mario Merola (al cui funerale avrebbero partecipato persone vicine al clan), ha scelto di trasferirsi a Napoli, patria del genere musicale.

Lo ha fatto per uscire da un contesto malavitoso, ha detto al suo avvocato Nicola Lerario, che non gli appartiene e dal quale ha già riportato un bel po’ di guai: nel marzo 2016 finì in carcere con altre 29 persone nell’ambito dell’operazione ‘Do ut des’ della squadra mobile di Bari. Fu scarcerato dieci giorni dopo perché il gip non lo ritenne pericoloso. Ora Tommy Parisi, 34 anni, si esibisce sui palscoscenici campani, ma canta sempre per la sua terra. Appuntamento fisso ogni lunedì sul canale streaming tv 190 per la Puglia e 645 per la Campania: Ciao gente, un’ora e mezzo di musica su richiesta.

In attesa che cominci il processo penale a suo carico per associazione mafiosa (prima udienza il 6 luglio) continua a incidere cd, pubblicizzandone l’uscita sul suo profilo Facebook. Ai fan, quasi tutti di genere femminile, ha promesso che a fine giugno il suo nuovo lavoro sarà disponibile anche nei digital store: Rischiare è stato realizzato proprio a Napoli, con la collaborazione, lui giura, di musicisti che hanno suonato con cantanti del calibro di Mina, Vasco Rossi, Fiorella Mannoia e Adriano Celentano.

“Faccio questo lavoro perché è un lavoro che mi piace, mi ha cambiato la vita da sempre e mi ha fatto essere una persona diversa”, ripete ai suoi followers nelle dirette Facebook. E regala alla città che lo ospita la sua dedica migliore: “Napoli la mia vita, il mio riscatto, la mia rinascita, la mia passione. Un grazie in particolare va alla mia seconda famiglia, vi amo”. Lui che era accusato di aver picchiato un uomo che non si era comportato rispettosamente nei confronti del clan, non risparmia in diretta una lezione di educazione stradale: “Ora arriva l’estate e si beve un po’ di più – ammonisce – Siate accorti, non vorrei avere cattive notizie”.

Bari, il cantante Tommy Parisi picchia un uomo vicino al clan del padre

Tra book fotografici per l’evento imminente e Facebook live non mancano le puntatine a Bari, a trovare la famiglia che non ha mai rinnegato: “I

genitori non si scelgono”, aveva detto una volta dedicando a suo padre la sua nuova vita: “Se io oggi sono quello che sono lo devo anche a lui, che non mi ha mai impedito di realizzarmi nella musica e mi ha dato una buona educazione”. L’esperienza giudiziaria, però, deve avergli fatto cambiare idea sulle radici: “Bari non la lascerei mai – aveva dichiarato un paio d’anni fa – Ho fatto esperienze televisive su Mediaset o Sky, ma sono sempre tornato”.

 

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