di MARA CHIARELLI – bari.repubblica.it
L’infiltrazione della mafia barese negli appalti pubblici, quelli di pulizia e servizi integrati, passa dalla “clausola sociale”. Dopo il caso Amiu (nel quale era stato assunto il capoclan Francesco Diomede), con due persone indagate, la Procura amtimafia di Bari indaga su un nuovo fenomeno criminale: la presenza di numerosi affiliati ai gruppi criminali negli elenchi dei pubblici servizi.
L’ipotesi dell’antimafia è che le organizzazioni malavitose sfruttino, perché ben consigliate da professionisti collusi, la cosiddetta “clausola sociale”: l’obbligo di legge per una impresa aggiudicataria (in questo caso un ente pubblico) che subentra nell’esecuzione del servizio di assicurare i livelli occupazionali, procedendo all’assunzione di personale proveniente da un’altra ditta o cooperativa che ha perso l’appalto.
Come funziona nello specifico? Si parte da una impresa privata vincitrice di un appalto pubblico, alla quale i clan impongono con una vera e propria estorsione l’assunzione fittizia di parenti o amici, che in realtà non conosceranno mai un solo giorno di lavoro. E quando poi scadranno i termini dell’appalto, proprio grazie alla clausola sociale i dipendenti passeranno nella nuova ditta o alla stessa amministrazione, senza che a nessuno venga in mente di contestarne il diritto. Tra questi, anche gli affiliati ai clan. Sarebbe questo, secondo il sostituto procuratore antimafia Roberto Rossi, il meccanismo usato nel caso Amiu, ma non sarebbe l’unico.
Le indagini, appena avviate, si addentrano negli ingranaggi dei numerosi appalti pubblici di pulizia e guardiania. E scavando negli atti giudiziari emerge anche che Giuseppe Simeone, il boss di Carrassi pentitosi a novembre scorso subito dopo l’arresto per l’omicidio Midio, durante la latitanza ha ricevuto copertura da un dipendente della Multiservizi. L’uomo lavorava al Palazzo di giustizia di via Nazariantz, proprio dove hanno sede la Procura e il tribunale di Bari. Nei mesi successivi è stato allontanato da quell’incarico, ma non si può escludere che dall’esame della documentazione arrivino altre sorprese