fonte: CHIARA SPAGNOLO – bari.repubblica.it
Prestava denaro a tassi che andavano dal 120% al 180% e per la sua attività, proseguita anche quando era in carcere e ai domiciliari, si avvaleva anche della moglie e della figlia consigliando loro di compilare un’agenda rossa su cui annotare somme e nomi dei suoi creditori.
Per questo Domenico Capodiferro, pregiudicato attivo nei quartieri San Girolamo e San Paolo di Bari, è tornato in carcere in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare che riguarda anche sua moglie Lucia Mininni, e sua figlia Ivana entrambe ai domiciliari. In carcere sono finiti anche suo genero, Giuseppe Farella, e il suo ‘braccio destro’, Ugo Montelli, che si occupavano delle riscossioni.
Bari, nel blitz della guardia di finanza arrestata una famiglia di usurai
L’inchiesta, denominata ‘Ragnatela’ è partita a marzo del 2015 quando Capodiferro era in carcere per armi e droga e durante i colloqui impartiva disposizione a moglie e figlia sull’attività di usura. Gli investigatori hanno accertato che l’attività usuraria veniva gestita in collaborazione tra le famiglie Capodiferro e Montani (del San Paolo) legate da vincoli di parentela.
A entrambe gli inquirenti hanno sequestrato beni per oltre 1,3 milioni di euro, tra cui la lussuosa caffetteria ‘Bar dello Sport’, intestata ad Anna Mininni, sorella di Lucia e moglie di Andrea Montani (noto come Malagnac). Sono stati sequestrati anche un compendio aziendale con relativo immobile e 35 conti correnti.
Capodiferro, che al momento dell’arresto si trovava ai domiciliari, secondo quanto accertato dagli investigatori aveva accumulato, con attività illecite, talmente tanto denaro da poterlo prestare a titolari di aziende in crisi: imprenditori edili, commercianti di auto o di prodotti petroliferi, che erano ormai dipendenti economicamente da lui.