
Si attendono le decisioni del prefetto Francesco Russo che deve tradurre in provvedimenti le indicazioni del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi dopo l’ispezione disposta nel marzo scorso a Comune e aziende – fonte: Chiara Spagnolo – bari.repubblica.it
Sarà l’Amiu la “sorvegliata speciale” da parte della Prefettura di Bari su indicazione del Viminale. Attraverso il Gia (Gruppo interforze antimafia) saranno verificate le transizioni societarie, i conferimenti di incarichi e ogni atto di gestione superiore a 5mila euro. Un anno sotto stretta osservazione ma comunque una misura più blanda del commissariamento che era stato ipotizzato fino a qualche giorno fa. Mentre l’Amtab quasi certamente resterà in amministrazione giudiziaria per un altro anno e la Multiservizi sarà sottoposta a controlli straordinari mensilmente.

In merito, il sindaco Vito Leccese non ha ancora ricevuto comunicazioni ufficiali. Il prefetto Francesco Russo ha fatto capire che pe tradurre in provvedimenti le indicazioni fornite dal ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, al termine dell’accesso ispettivo disposto nel marzo scorso, ci vorrà qualche giorno. Nel frattempo, continuano a diffondersi indiscrezioni. E si rimettono in fila vecchie indagini, dalle quali emergono le figure di alcuni vigili urbani, che potrebbero aver avuto collegamenti con la criminalità organizzata.
A una storia di mafia, per esempio, sarebbe legata la sospensione dal servizio che sarà imposta a una vigilessa, che nel 2020 fu coinvolta in un’inchiesta del pm Fabio Buquicchio su una squadra di pusher minorenni coordinata dai fratelli Maurizio e Giorgio Larizzi, vicini al clan Capriati. La donna era accusata di omissione di atti d’ufficio, per non aver multato un sedicenne fermato alla guida di un’auto in via Duca degli Abruzzi, né aver sequestrato il mezzo. A convincerla a non farlo sarebbe stato proprio Giorgio Larizzi – aveva ricostruito la Dda – anche grazie alle intercettazioni: «Quella della Municipale che conosce Giorgio lo ha fermato e gli ha detto: “Se proprio deve guidare senza patente, guidasse come i cristiani normali, non desse nell’occhio, sennò è ovvio che ti fermano”».

Non essendo stata sottoposta a provvedimento cautelare la vigilessa non era stata sospesa ma solo trasferita, in attesa della definizione del processo, in cui il Comune si era costituito parte civile, contestando il danno di immagine «derivato da una amministrazione pubblica che appare soggetta agli interessi dei privati». Ma l’accusa a carico della dipendente pubblica potrebbe prescriversi a breve e probabilmente il processo finirà nella prossima udienza. Ma per lei ci sarebbero altri guai in vista, perché il suo nome è il primo nella lista degli esponenti della polizia locale su cui prendere provvedimenti. La vigilessa sarà sospesa per tre mesi, mentre a dieci colleghi la Prefettura ritirerà la qualifica di agente di pubblica sicurezza e l’arma.
Tra le criticità emerse dal lavoro della Commissione d’accesso al Comune ci sarebbe inoltre un «sistema distorsivo» delle procedure assunzionali nelle società partecipate, avvenute tramite società interinali, grazie alle quali in diversi casi pregiudicati o loro parenti sarebbero riusciti a mettere piede nelle aziende. Un repulisti è stato già effettuato nei mesi scorsi dalla Multiservizi, che non a caso è la società che sarà sottoposta a controlli meno invasivi: il Gia acquisirà mensilmente copia dei contratti di lavoro, delle forniture, dei servizi e di eventuali assunzioni. I vertici dell’azienda saranno ascoltati con cadenza trimestrale. Per Amtab non ci saranno provvedimenti, perché la Dda chiederà la prosecuzione dell’amministrazione giudiziaria, che continuerà ad essere affidata a Luca D’Amore.