Bari, agguato al rione Japigia: gambizzato nella strada dove abita il boss

fonte:  http://bari.repubblica.it

Un uomo di 29 anni è rimasto ferito in modo non grave in un agguato avvenuto in serata a Bari, nel quartiere Japigia, in via Archimede. Due persone non ancora identificate hanno sparato colpi di arma da fuoco contro Rodolfo Scardicchio, con precedenti penali. Il 29enne è stato raggiunto, ad un polpaccio, da un solo colpo di arma da fuoco: è stato trasportato al policlinico di Bari. Indagini sono in corso da parte del nucleo investigativo carabinieri Bari.

Sul posto sono intervenuti gli uomini della sezione investigazioni scientifiche di Bari che hanno effettuato rilievi. L’uomo stava transitando in via Archimede (la stessa strada dove ha casa il boss Savinuccio Parisi ora detenuto) quando è stato coinvolto nell’agguato. Scardicchio non è un personaggio di spicco della criminalità organizzata, ha precedenti per furti e rapine. La guerra di mala che sino ad oggi ha causato tre vittime sarebbe riconducile a contrasti interni al clan per la gestione dello spaccio di droga. 

Intanto la Dda di Bari ha chiesto 20 condanne a pene comprese fra i 10 anni e i 6 mesi di reclusione per pregiudicati e imprenditori accusati di estorsioni, con l’aggravante del metodo mafioso, ai danni di aziende e commercianti di Bari e provincia commesse da esponenti del clan Parisi di Japigia. Nel processo, che si sta celebrando con il rito abbreviato, sono imputati un fratello e un nipote del capo clan ‘Savinuccio’ Parisi, Nicola e Tommaso (per loro chieste le condanne più alte a 10 anni di carcere), alcuni affiliati al clan oltre a imprenditori che da vittime sarebbero diventati complici dell’organizzazione, tra i quali titolari di cantieri edili e di aziende di prodotti ittici e caseari, come l’imprenditore di Gioia del Colle Francesco Serra che rischia una condanna a 8 anni di reclusione.

Dalle indagini della Guardia di Finanza, coordinate dal procuratore aggiunto Roberto Rossi, a gestire il giro di estorsioni era il clan Parisi che, attraverso il ricorso a minacce, fisiche e a mano armata, al danneggiamento di mezzi da cantiere, si faceva consegnare denaro contante, forniture di generi alimentari e buoni di benzina. Ad un commerciante di prodotti ittici sarebbe stato chiesto, per esempio, 1 euro per ogni chilo di pescato importato dalla Grecia (circa 1000 euro a settimana). L’indagine nel febbraio 2016 ha portato all’arresto di 11 persone nell’ambito dell’operazione ribattezzata ‘Clean up’. Nel procedimento sono imputate altre otto persone che non hanno scelto il rito abbreviato, fra cui il pregiudicato Michele Parisi, fratello del boss e ritenuto il referente di questo gruppo criminale

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