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Offriva un pacchetto di viaggio ‘all inclusivè da 5.000 euro a persona il gruppo criminale egiziano dedito al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina smantellato con sette fermi da polizia e guardia di finanza.
I trafficanti (egiziani e tunisini) – secondo le indagini – si occupavano di ogni aspetto del viaggio: dal trasporto con autocarri dall’entroterra fin sulla costa egiziana (i porti scelti per l’imbarco erano Alessandria, Damietta e Port Said), all’imbarco prima sui gommoni poi sui motopescherecci che raggiungevano le coste italiane. Una volta approdati, l’organizzazione non abbandonava i passeggeri, ma si occupava anche dell’accoglienza offrendo loro abiti puliti e biglietti ferroviari con destinazione Nord-Italia (Milano soprattutto) o altri Paesi Europei.
Le indagini sono state avviate nell’ottobre del 2011, quando una motovedetta della Guardia di Finanza fermò nelle acque di Giovinazzo (Bari), un motopeschereccio con 151 clandestini, la maggior parte dei quali egiziani, e arrestò i 13 presunti componenti dell’equipaggio. Attraverso le intercettazioni telefoniche si accertò che l’organizzazione aveva base operativa ad Andria, a nord di Bari. Ipotesi che trovò conferma in altre due circostanze: nel novembre 2011, sempre al largo delle coste baresi, un altro motopeschereccio con 163 clandestini, sempre egiziani, fu fermato dalla Guardia di Finanza e gli otto componenti dell’equipaggio furono arrestati; nel gennaio di quest’anno, invece, erano due barlettani (oltre a quattro egiziani, tutti arrestati) a comporre l’equipaggio del natante fermato dalla Gfd nel Golfo di Taranto con 95 clandestini egiziani a bordo. In quell’occasione sul motopeschereccio c’erano anche due gommoni che sarebbero stati utilizzati per raggiungere più velocemente la costa. Vista l’attenzione delle forze di polizia, l’organizzazione decise di cambiare rotta e scelse di far sbarcare da allora in poi gli immigrati in Sicilia.
I provvedimenti di fermo riguardano il presunto responsabile del gruppo criminale, Galal Abdelrahman, egiziano residente a Napoli; Saafan Ibrahim, egiziano residente ad Andria, ritenuto responsabile della sede pugliese dell’organizzazione; Shaker Shawky, residente a Milano, finanziatore degli sbarchi per almeno 100.000 euro (soldi che servivano ad allestire le basi italiane che accoglievano i clandestini); e Said Abdelghani, Ramzi Loussaief, Abdelkader Hamrouni e Asem Ahmed Abounar, considerati collaboratori sul territorio.