Bancomat clonati, 60 arresti e altri 13 ricercati dalla procura di Trani in 5 nazioni


Foto: © Luciano Zitoli

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Un'imponente operazione di polizia coordinata dalla procura di Trani ha smascherato un'organizzazione internazionale che clonava bancomat

Emessi 73 ordini di cattura internazionali, di cui 62 già eseguiti, in 6 Stati: Italia, Bulgaria, Spagna, Stati Uniti, Germania e Polonia. Sequestrati beni per un valore di circa 15 milioni di euro. 

I dettagli dell'perazione "Night Clone Card" sono stati illustrati questa mattina dal capo della procura, Carlo Maria Capristo: «Le attività di polizia giudiziaria hanno tratto origine nel 2008 dalla rilevazione di diverse manomissioni di sportelli Atm di molti istituti di credito bancari italiani nelle città di Trani e Molfetta». 

Una operazione coordinata dalla procura di Trani e che ha impegnato oltre 5mila poliziotti nei diversi paesi interessati dalla presenza delle due organizzazioni criminali che avevano una comune matrice in Bulgaria. 

«Una organizzazione – ha spiegato Capristo – che operava da almeno 9 anni conseguendo proventi illeciti per circa 150mila euro a settimana che poi venivano impiegati in attività lecite per ripulirli. Di qui il filone d'inchiesta sul riciclaggio di questa imponente marea di danaro sporco che è stata condotta dalla Procura di Sòfia». 

«In Bulgaria – ha aggiunto Capristo – vi era una sorta di scuola di formazione professionale per questi malviventi che quando erano pronti ad utilizzare i sofisticati apparati elettronici di cui erano dotati, venivano poi inviati nelle varie nazioni per mettere a segno i loro colpi. Le indagini svolte a livello locale dalla Polizia delle Comunicazioni di Bari, sono andate ad incrociarsi con altre attività investigative e le analisi svolte a livello centrale dal Servizio di Polizia delle Comunicazioni di Roma, dalle quali sono emerse notevoli convergenze tra il modus operandi adottato dai criminali a Trani e Molfetta e quello di una più cospicua serie di analoghi illeciti consumati in diverselocalità delle regioni Lazio, Campania, Lombardia, Toscana, Emilia Romagna, Liguria e Veneto». 

A questo punto l'inchiesta ha fatto un ulteriore salto di qualità estendendosi a diversi altri Paesi europei ed extraeuropei. «I vertici dello organizzazioni – ha sottolineato Capristo – sono stati localizzati in Bulgaria, nella città di Sòfia, da dove venivano impartite le direttive a tutti gli affiliati sfruttanodo caselle di posta elettronica condivise, sistemi di comunicazione cifrati e cabine telefoniche pubbliche sia italiane che straniere».

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