Operazioni “baciate” effettuate dalla Banca popolare di Bari con sette gruppi imprenditoriali hanno portato la Procura a chiedere e ottenere il sequestro di 16 milioni di euro nei confronti di Gianluca Jacobini (ex condirettore e figlio dell’ex presidente Marco: entrambi sono ai domiciliari) e dei dirigenti Nicola Loperfido e Giuseppe Marella, rispettivamente ex responsabile della Direzione business ed ex responsabile Internal auditing, nonché della stessa Popolare.
Il sequestro è stato eseguito dai finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Bari, diretti dal colonnello Pierluca Cassano. Jacobini, Marella e Loperfido sono indagati per ostacolo alla vigilanza e Jacobini anche per false comunicazioni sociali. Stando alle indagini coordinate dal procuratore aggiunto Roberto Rossi e dai pm Savina Toscani e Federico Perrone Capano, la banca avrebbe erogato crediti ad alcuni clienti importanti in corrispondenza all’acquisto di grosse quantità di azioni, che venivano acquistate proprio grazie a una parte di quei soldi.
L’obiettivo – secondo gli investigatori del Nucleo speciale di polizia valutaria (reparto specializzato nelle indagini finanziarie, con marcata esperienza nel settore delle più delicate inchieste bancarie) – era far figurare un aumento di patrimonio della banca. Le operazioni finite sotto accusa riguardano la Debar Costruzioni, la De Bartolomeo Srl, Camassambiente Spa, Giuliani Enrico, Special media international tesoro Giulia, Rovoletto Claudia e Zaccagnini Francesco. Le irregolarità commesse dai dirigenti indagati avrebbero consentito di rappresentare un situazione economico-finanziaria della BpB non veritiera, in occasione dell’ispezione della Banca d’Italia, avviata a giugno 2016 e conclusa nel novembre dello stesso anno.
Per evitare di far scoprire le operazioni baciate, i vertici dell’istituto avrebbero posto in essere comportamenti ostruzionistici, occultando agli ispettori di Bankitalia fascicoli di clienti e sottraendo informazioni utili alle verifiche.
L’obiettivo – secondo gli investigatori del Nucleo speciale di polizia valutaria (reparto specializzato nelle indagini finanziarie, con marcata esperienza nel settore delle più delicate inchieste bancarie) – era far figurare un aumento di patrimonio della banca.