di GABRIELLA DE MATTEIS – bari.repubblica.it
La concentrazione del principio attivo era molto alta: mai a Bari o nel resto della Puglia era stata rilevata in questa percentuale. Un dato che preoccupa: la marijuana, sequestrata a giugno dagli agenti delle volanti, era quindi molto pericolosa. Se consumata anche in piccole dosi avrebbe potuto avere gli stessi effetti di una pasticca di ecstasy.
Quello che appare come un vero e proprio allarme è contenuto nero su bianco in una relazione che il tossicologo Roberto Gagliano Candela ha depositato in procura. Una relazione frutto di una consulenza disposta dal pubblico ministero all’indomani del sequestro di droga. È il 12 giugno: gli agenti delle volanti, dopo un inseguimento tra le vie del quartiere Japigia, fermano e arrestano Alessandro Lovreglio, 23 anni, barese, parentele eccellenti nel mondo della malavita (è nipote per parte di madre del boss Savinuccio Parisi). Un cane poliziotto, addestrato per il ritrovamento di droga, fiuta la presenza di sostanza stupefacente. E alla fine della perquisizione, in sei nascondigli differenti, vengono rinvenuti 360 grammi di marijuana.
La procura dispone una consulenza anche e soprattutto per verificare che le diverse dosi, già pronte per la vendita, rinvenute in posti diversi, appartenessero alla stessa partita e quindi fossero riconducibili ad Alessandro Lovreglio. Un modo per accelerare le indagini e quindi approdare a processo in tempi brevissimi e anche per blindare la prova. Ma dalla consulenza emerge un particolare nuovo, del tutto inaspettato e cioè la natura o meglio la qualità della marijuana. Che, in questo caso, è altamente tossica.
Analizzando le dosi, l’esperto ha infatti isolato il principio attivo in concentrazioni molto alte. Oscilla cioè intorno al 20 per cento mentre, comunemente, non supera il cinque per cento. Una droga, trattata molto spesso in laboratorio, sotto l’effetto della luce potente, per sviluppare maggiore concentrazione del principio attivo. Una considerazione che si traduce in una conseguenza pratica: l’effetto che in questo caso la droga può produrre è simile a quella che altre sostanze, considerate più pericolose. E cioè può assomigliare, a esempio, a una pasticca di ecstasy. Consumando un piccolo quantitativo della marijuana, sequestrata dagli agenti delle volanti, l’effetto è quello dello sballo. Il dato preoccupa, molto. E non è un caso che isolare droga con una concentrazione così alta di principio attivo non è frequente. I casi, registrati in Italia sino a questo momento, sono pochissimi.
Le indagini, quindi, ora, proseguiranno. È necessario prima di tutto capire a quale partita appartenessero le 350 dosi sequestrate ad Alessandro Lovreglio: non si può escludere che quantitativi della stessa marijuana siano stati già messi in circolazione. Non solo: ora sarà necessario capire anche se il giovane, arrestato con l’accusa di spaccio, fosse consapevole della particolare tipologia di droga che aveva con sé e se quindi avesse anche intenzione di piazzarla sul mercato a un prezzo superiore, garantendo effetti diversi e più potenti di quelli che comunemente il consumo di questa erba può dare. Ipotesi che saranno approfondite e per i consumatori vale ancora di più l’appello alla massima prudenza.