di Lorenzo Pisani
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Tra i bersagli preferiti delle notti selvagge di fine anno, stavolta non ce l’hanno fatta e… si sono rotti.
Mentre la cristianità festeggiava la nascita del Bambinello, il manipolo che da anni tiene impunemente sotto scacco piazza Paradiso e dintorni ha dato libero sfogo alla propria voglia matta di giocare col fuoco.
Ideati come vasi, poi ridotti a cestini, infine a macerie. Questo il percorso all’incontrario dei cubi di pietra, un po’ una metafora della nostra città.
L’odore pungente di polvere da sparo che si respirava ancora nel quadrilatero il 26 mattina, a trenta ore dalla mezzanotte, è più eloquente di ogni altra foto o filmato. A Natale come a Capodanno. Del resto dalle parti di via Annunziata si respira un’atmosfera di familiare rassegnazione. Le misure di divieto raggirate, gli scoppi, i danni, i commenti di chi denuncia e le repliche di chi minimizza.
Comprensibile la rabbia della stragrande maggioranza degli abitanti della piazza. Loro, a mezzanotte, ogni anno se ne vanno.