Dopo l’evento che c’è stato ieri a Molfetta, quasi alluvionale, il Sindaco Azzollini dovrebbe urlare al complotto ordito da madre natura contro il suo piano P.I.P (Piano di Insediamenti Produttivi) invece che continuare a fare battute di spirito e ironizzare sull’operato dell’autorità di bacino (AdB) e accusare questo organo di essere di "chiara derivazione politica" e che vuole colpire lo sviluppo industriale di Molfetta.
Fino a prova contraria gli unici che hanno voluto la morte dell’economia molfettese sono stati tutti gli inquilini del Palazzo di Città che hanno favorito l’insediamento dei “coloni bresciani” e che oggi utilizzano le loro elemosine per organizzare il “panem et circenses” per il popolo bue e suddito.
E poi, a proposito di dissesti idrogeolici, il sindaco ha la memoria corta e dimentica che nel 1994, quando aveva già responsabilità amministrative, la giunta comunale di cui faceva parte, ha permesso alla ditta Italco di Corrado Calò di costruire le fondamenta delle “Palazzine Fontana” a 20 metri di profondità sull’alveo di un fondo lama, nonostante che la relazione geologica del Dott. Michele Mezzina descrivesse la zona, non molto lontana dai terreni interessati allo sviluppo del P.I.P., così: " …la zona in esame cade sul fianco destro e sul fondo di una "lama", parzialmente ricolmata da depositi sciolti di tipo sabbioso siltoso-argilloso, tipici dei fondi lama. Molti dei tratti tipici delle lame non sono più osservavibili, se non dopo un attento esame delle carte e dei luoghi, perchè "obliterati" sia dall’attività agricola (terrazzamenti) sia da opere di ingegneria civile (Ferrovia, strada statale 16bis, ecc). La zona cade in un contesto morfologico carsico; i solchi erosivi sono l’espressione di un antico sistema idrico superficiale attualmente non più attivo; si riattiva solo in casi eccezionali e per brevi tempi…".
E’ chiaro che abbiamo assistito ieri, ma anche nel 1997, con un altro evento alluvionale, a ciò che rappresenta l’espressione di quella riattivazione eccezionale di un sistema idrogeologico naturale a cui Azzollini e gli interessi dell’ing. Rocco Altomare non possono opporsi.
Il dissesto del territorio in atto è l’immagine riflessa di un dissesto morale nella guida della città fatto di pressapochismo misto ad interessi privati; il Liberatorio Politico concorda nella richiesta di dimissioni del sindaco e del suo dirigente al territorio avanzata da Rifondazione Comunista ed invita gli organi regionali a bloccare definitivamente l’ulteriore tentativo di saccheggio del nostro territorio.