Altamura, «nel clan riti della camorra»

Tutti insieme appassionatamente. Le famiglie della camorra barese non lavorano da sole, non si muovono in un sistema a compartimenti stagni ma cercano di trovare sempre nuove affinità elettive. Promiscuità, delocalizzazione, eterogeneità dei fini e dei mezzi, sono le parole d’ordine della «camorra barese 2.0».

Sintonie, convergenze di interessi comuni e affinità che diventano «fratellanze», sacralizzate attraverso patti firmati col sangue e riti di affiliazione. Così nascono nuovi modelli di famiglia mafiosa allargata. È accaduto ad Altamura dove «gente» dei Parisi e dei Palermiti ha fatto «cartello» con la nuova famiglia dei D’Abramo-Sforza per prendere il controllo del mercato della droga e del racket delle estorsioni, i due grandi «business» della malavita organizzata.

Questo emerge dall’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia denominata «Nemesi» che all’alba di venerdì ha portato in carcere 49 persone, più altre 5 agli arresti domiciliari (per 4 è scattato l’obbligo di presentazione all’autorità giudiziaria). Il gip Francesco Agnino, nell’ordinanza di custodia cautelare definisce il sodalizio nato all’ombra del carisma di Michele D’Abramo, detto «Terribile» o anche «Pastore», cresciuto sotto l’ala protettrice del boss «gentiluomo» Bartolomeo D’Ambrosio, assassinato nel settembre del 2010 e del suo braccio destro Giovanni Sforza, 57 anni, alias «Washington», che gli inquirenti definiscono come «uomo della cosca in servizio effettivo e permanente», come una «propaggine del clan Parisi». Le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia raccolte dai carabinieri del Nucleo investigativo che hanno condotto le indagini sotto il coordinamento dei pm antimafia Renato Nitti e Marco D’Agostino, collocano D’Abramo, nel maggio del 2014, al centro di un summit tenutosi nell’abitazione di Antonio Cardinale, conosciuto con il soprannome di «Tonino U’ lengh», 53 anni, al quale il «padrino» di Japigia, Savino Parisi, 60 anni, detto «Savinuccio» aveva affidato il compito di tenere i rapporti con gli esponenti di altri clan criminali operanti in città e provincia nonché di controllarne l’operato nel territorio di loro influenza. A casa Cardinale ci sarebbe stata la cerimonia di elevazione alla quinta carica della camorra barese, il vangelo, per D’Abramo diventato uomo di «Savinuccio». Da quel momento, secondo la ricostruzione degli investigatori, Michele il «Terribile» avrebbe «celebrato cerimonie di innalzamento di grado. Nel luglio del 2014, sarebbe stato lui a fare il «movimento di quarta» al suo braccio destro Giovanni Sforza, seguendo il cerimoniale «con la dazione di cinque pacchetti di sigarette, con relativa accensione e fumata di una “bionda”».

Le sinergie, le complicità, i patti di non belligeranza e a volte di mutua assistenza tra clan stanno modificato la geografia della malavita di provincia. L’analisi del fenomeno criminale elaborata dalla Direzione investigativa antimafia colloca ad esempio i Capriati, fortemente radicati a Modugno, anche a Bitonto, Triggiano, Valenzano, Terlizzi, Ruvo, Corato, Bisceglie, Trani, Grumo, Binetto.

Bitonto e Triggiano sarebbero in orbita anche dei Mercante-Diomede presenti ad Adelfia, Gravina e Modugno. I Parisi hanno messo la loro bandierina oltre che su Altamura anche su Modugno, Triggiano, Noicattaro, Cellamare, Capurso, Monopoli e Putignano. Gli Strisciuglio si muovono tra Noicattaro, Rutigliano e Giovinazzo. I Palermiti tra Casamassima, Capurso, Cellamare, Noicattaro e Triggiano.

fonte: LUCA NATILE –  page1image64132176

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