nella lista compare anche la città di Molfetta assieme a Bari, Bitonto,
Giovinazzo e Terlizzi
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di La Redazione (www.molfettalive.it/…)
L’amara sorpresa che neanche i volontari di Legambiente, si sarebbero aspettati. La situazione della Puglia a rischio frane e alluvioni è molto più preoccupante di quanto atteso.
Se nel 2003, dal rapporto del Ministero dell’Ambiente e dell’Unione Province Italiane erano solo 48 le città sotto la minaccia di un territorio fragile, oggi, secondo quanto rilevato dall’Autorità di Bacino della Puglia e divulgato ieri sulla Gazzetta del Mezzogiorno sono 205.
Ta queste, 181 hanno al proprio interno aree classificate R4, ovvero a rischio molto elevato. E tra queste compare anche la città di Molfetta (l'immagine si riferisce all'alluvione del 4 agosto 2009) assieme a Bari, Bitonto, Giovinazzo e Terlizzi.
L’aggiornamento di una minaccia incombente è stato reso ufficiale nel corso della conferenza stampa di presentazione di Operazione Fiumi 2010, la campagna di Legambiente a difesa dei corsi d’acqua d’Italia, dallo stesso segretario generale dell’Autorità di Bacino della Puglia, il prof. Antonio Di Santo.
L’iniziativa dell’associazione ambientalista punta come al solito ad elevare il livello di conoscenze e di sensibilità della popolazione alle questioni della salvaguardia del territorio. Frane e alluvioni sono infatti la conseguenza di cattive manutenzioni di fronti per loro natura franosi e di corsi d’acqua spesso impermeabilizzati o sbarrati da costruzioni realizzate dove non si sarebbe mai dovuto.
«In una regione così vulnerabile – ha spiegato Paola Tartabini, portavoce della campagna di Legambiente – è necessario da un lato rimettere le mani al pesante fardello urbanistico del passato, dall’altro realizzare un’attenta opera di manutenzione del territorio».
Di scelte sbagliate e di disinteresse ai problemi della tutela del territorio (salvo poi quando ci sono tragedie con morti), ha parlato invece l’assessore regionale alle Protezione Civile, Fabiano Amati, che ha invocato una sorta di «stato di indignazione permanente».
«Perché la protesta non basta – ha continuato – è in fondo passiva rispetto ai problemi, giacché si limita a enunciarli. L’indignazione invece è fatta di comportamenti nel segno della correttezza. Bisogna tornare a rivedere le priorità nei nostri territori».
L'assessore regionale ha poi annunciato che a breve sarà firmato l’accordo di programma quadro con il Ministero dell’Ambiente per poter accedere a una quota del miliardo di euro («a valere sui fondi Fas, sempre che li sblocchino») messo a disposizione proprio per le opere di manutenzione del territorio e di prevenzione del rischio frane e alluvioni.
«Ci vogliono piani d’emergenza e di delocalizzazione – ha chiarito il presidente regionale di Legambiente, Francesco Tarantini – di abitazioni o altri fabbricati sistemati in aree a rischio. Le amministrazioni comunali si mettano in regola anche nell’ordinarietà».