di Giuliano Foschini (la Repubblica)
Alcuni pescatori sono finiti in ospedale con problemi di respirazione e le mani piene di bolle. E ci potrebbe essere rischio anche per chi mangia polpi e frutti di mare, ricci in particolare: gli esperti stanno compiendo analisi su una serie di campioni prelevati nei giorni scorsi.
Sulle coste baresi è tornato l'allarme alga tossica. L'Agenzia regionale per l'ambiente (l'Arpa) ha comunicato i dati del campionamento effettuato il 15 ottobre scorso in località "Prima Cala" a Molfetta: i risultati parlano di una delle più alte concentrazioni mai registrate in Puglia, 112 milioni di cellule per litro.
Significa che c'è l'allarme sanitario. Ecco perché l'Arpa ha comunicato i risultati alla Asl, alla Capitaneria e al comune di Molfetta che dovranno prendere ora i primi provvedimenti.
Il fatto che la stagione balneare sia conclusa non risolve il problema: gli effetti dell'alga si fanno sentire tramite l'areosol marino, e quindi possono colpire chiunque si trovi sulla costa.
Ma soprattutto i principali effetti li stanno patendo i pescatori: l'alga, che è visibile soltanto al microscopio, rimane attaccata alle reti. Sono tante le persone che hanno avuto problemi o piccoli malori.
Ecco perché la Capitaneria di Molfetta ha convocato gli armatori che operano in porto per spiegare loro le precauzioni da prendere e concordare un piano per possibili emergenze.
«Intendiamoci – spiega il direttore generale dell' Arpa, Giorgio Assennato – l'ostreopsis non è un' alga killer, ma fortunatamente debolmente tossica. Fatto salvo che le implicazioni sanitarie legate al contatto e all'inalazione della microalga restano assolutamente sgradevoli». L'ostreopsis è infatti una microalga che si adagia sui fondali, a 30-40 centimetri.
Per crescere ha bisogno di mare calmo, possibilmente senza vento. «Quando l'onda picchia sui fondali – spiega Giampiero Bottinelli, direttore del dipartimento provinciale dell' Arpa di Bari – si libera la tossina. Il mare nebulizza e la particella tossica finisce nell' aria. La tossina agisce sulle mucose respiratorie e congiuntivali: ecco perché provoca irritazioni agli occhi, bolle, raffreddore, tosse, respiro sibilante come fosse asma, in alcuni casi anche febbre e dermatiti».
Quest'estate l'ostreopsis aveva causato psicosi e malori tra i bagnanti sulle coste baresi, e in provincia di Bari in particolare. L'altissima concentrazione di questi giorni sta provocando però altri tipi di problemi. Per la prima volta sembrerebbe toccata la fauna marina.
Nei giorni scorsi sono stati trovati ricci e polpi morti nella zona di Fasano, tanto che a Forcatella e a Savelletri era stata bloccata anche la vendita di ricci. Una serie di campioni di mitili sono stati mandati all' istituto zooprofilattico di Cesenatico per essere analizzati.
«Se fino a oggi conosciamo i sintomi di chi viene a contatto con l'ostreopsis – spiega Bottinelli – non sappiamo se la sostanza tossica contenuta nell'alga possa dare problemi, e in che misura, al livello di digestione. Il problema è così recente che siamo in una fase di studio, non conosciamo esattamente quali sono gli effetti che può provocare. Ecco perché d'ora in avanti, d'accordo con la Asl, metteremo su un osservatorio epidemiologico».
La fioritura dell'ostreopsis verrà monitorata per tutto l'anno, anche in inverno. A coordinare il lavoro c'è invece un tavolo tecnico regionale (che si è già insediato) che avrà il compito di pianificare le analisi e decidere gli eventuali interventi.
All'Arpa toccheranno i controlli, mentre alle Asl lo studio epidemiologico dei casi e più in generale tutta la parte sanitaria. Il lavoro è propedeutico a quello che potrebbe accadere la prossima estate.
«Oggi abbiamo la certezza che non solo l'ostreopsis c'è sui fondali pugliesi, ma che ha colonizzato – spiegano sempre dall' Arpa – I dati che abbiamo a disposizione ci dicono che ogni anno che passa la concentrazione è sempre più elevata. E' importante tenere alta l'attenzione: ecco perché la prossima estate abbiamo individuato un maggior numero di punti per effettuare i campionamenti e le verifiche periodiche».