Alla festa di Liberazione il progetto del futuro centrosinistra

"Quale progetto per cambiare Molfetta?” Hanno risposto: Abbattista, Piergiovanni, Porta, Mastantuoni e d'Ingeo.

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di Rosanna Buzzerio (www.molfettalive.it/…)

Prove di futuro per il centrosinistra molfettese, che si incontra in piazza Municipio alla festa di Liberazione, organizzata da Rifondazione Comunista-Federazione della Sinistra, per dialogare su: “Quale progetto per cambiare Molfetta?” 

A rispondere a questa domanda ci hanno provato i consiglieri comunali Giovanni Abbattista (Partito democratico), Nicola Piergiovanni (Sinistra Ecologia e Libertà), Gianni Porta (Rifondazione Comunista), e i rappresentanti della società civile Antonello Mastantuoni di Legambiente e Matteo d’Ingeo del Liberatorio Politico. 

E’ un primo incontro. Sono state messe a confronto solo le varie idee, ma al momento non c’è nulla ancora di concreto. E’, come dicevamo, un primo passo verso il futuro, quello che forse vedrà di nuovo il centrosinistra unito a Molfetta verso un obiettivo comune. 

Da quanto emerso dalla discussione, tutti gli attori in gioco sono concordi nel ritenere che «la prospettiva di sviluppo della città del centro sinistra è diverso da quella prevista dall’amministrazione Azzollini e dalla sua maggioranza». 

Il porto rimane il tema cardine di ogni discussione non solo per la gestione dell’appalto, ma anche per come stanno procedendo i lavori. Ma il punto chiave su cui si sono soffermati tutti gli oratori è stata la funzione strategica che dovrebbe avere l'opera in costruzione nell’economia molfettese. In sintesi la vocazione dello scalo, che «allo stato attuale e all’espansione avuta dalla zona Asi e industriale non avrebbe alcun raccordo», hanno detto ancora i relatori. 

Inoltre, gli esponenti dell’opposizione molfettese si soffermano anche sul silenzio dell’amministrazione sul futuro del porto turistico

D’Ingeo e Mastantuoni, pur concordando sugli aspetti politici, si soffermano ad evidenziare altri aspetti tecnici e ambientali del costruendo porto. Per Matteo d’Ingeo «ai lavori del porto si dovrebbe interessare la Corte dei Conti» e aggiunge:«Sono convinto che il porto non si farà mai perché i costi dell’appalto lieviteranno». E ha lanciato un grido dall’allarme sul nostro mare che a suo avviso«sta morendo. L'alga tossica è solo una favola che ci stanno raccontando, ma bisognerebbe fare attenzione alle armi chimiche di cui il nostro mare è disseminato». 

Mentre Mastantuoni ricorda ai presenti l’esistenza nella zona di costruzione del porto della poseidonia e dell’oasi di Torre Calderina e pungola gli esponenti politici a riflettere su un altro aspetto al di là del porto: «Forse abbiamo una idea di città che non esiste più». 

Poi entrando nello specifico del tema della serata. Abbattista dice: «L’idea dello sviluppo che si ha in questo momento è quantitativa non qualitativa, per questo le forze di centrosinistra dovranno incontrarsi su un idea di sviluppo che sia in grado di tener conto di tutti gli interessi che entrano in gioco». 

Per il padrone di casa, Gianni Porta, il centrosinistra dovrebbe incominciare a dialogare, innanzitutto cercando di capire chi deve rappresentare, ricostruire una base e dare a Molfetta e ai suoi cittadini una nuova visione che deve passare per«l’energia rinnovabile cercando di essere autosufficienti in questo ambito, per zero rifiuti, cioè andare oltre il 50% della raccolta differenziata. Avere particolare attenzione per la manodopera intellettuale, tutti quei giovani molfettesi costretti a emigrare per portare le proprie professionalità altrove. E infine per il turismo. In tutti questi ambiti si possono creare delle imprese miste pubblico privato». 

Piergiovanni propone di ascoltare i cittadini, «perché le indicazioni che ci arrivano da loro saranno sicuramente vincenti». E ai suoi colleghi dice: «Dobbiamo porci obiettivi chiari, la città vuole una alternativa credibile, per questo devono cadere preconcetti e veti, perché un percorso serio non può che portare miglioramenti a questa città, ritornando tra la gente». 

D’Ingeo, dal canto suo chiede più concretezza, più fatti; mentre per Mastantuoni «il centro sinistra dovrebbe essere capace di difendere gli interessi diffusi». 

Si è chiusa con queste parole la festa di Liberazione, due giorni di incontri e di confronti per ricominciare a far dialogare le varie anime della sinistra attraverso una manifestazione di piazza.

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