Alga tossica, s’indaga sul porto di Molfetta

 

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di ANTONELLO NORSCIA – www.lagazzettadelmezzogiorno.it

 

Nel tratto di mare che va da Barletta a Molfetta il fenomeno dell’alga tossica avrebbe una matrice non solo naturale ma derivata anche da fattori inquinanti come l’azoto ed il fosforo. Per gli esperti dell’Arpa (Agenzia Regionale per la Prevenzione e Protezione Ambientale) «non ci sono competitori naturali in grado di contrastare l’alga tossica in nessuna parte del globo». Ma se il sostituto procuratore di Trani, Antonio Savasta, ha aperto un’indagine sul fenomeno ci sarà un perché, che va al di là, ovviamente, delle cause naturali. E questo perché potrebbe, secondo un’ipotesi investigativa, annidarsi nei lavori in corso per il nuovo porto mercantile di Molfetta, già al centro di 2 altre indagini: una per altri reati ambientali, l’altra sugli appalti. 

 

«Al momento è un collegamento arbitrario», ha affermato, quasi a blindare le mosse dell’inchiesta, il procuratore aggiunto Francesco Giannella. Ma la dichiarazione va anche letta con il «non trascureremo nulla» del procuratore capo Carlo Maria Capristo e con la risposta, dello stesso Capristo, alla richiesta di conferma sull’acquisizione dal Comune di Molfetta di documentazione relativa ai lavori portuali: «ogni domanda che attiene a momenti dell’attività investigativa è rinviata a momento successivo di comunicazione specifica». 

 

In un’indagine contro ignoti è perlomeno un segnale quest’acquisizione di documenti da parte del Corpo Forestale dello Stato, che dunque porterebbero dritto a far luce sulla natura degli interventi nell’area portuale molfettese (potrebbero aver alterato e compromesso il naturale equilibrio dell’habitat marino) sulle possibili conseguenze e sull’adozione di eventuali contromisure. Complice il periodo estivo l’alga tossica sarebbe proliferata oltremodo ed estesa anche nelle città costiere limitrofe a Molfetta

 

Ma il diffuso fenomeno dell’alga tossica non sarebbe l’unico malanno del tratto adriatico che comprende anche Bisceglie e Trani, quest’ultima battezzata da «Goletta Verde» di Legambiente come maglia nera di tutta la Puglia. Il mare potrebbe esser la pattumiera di «scarichi anomali», come li ha definiti Capristo. E cioè di eventuali scarichi di villette del litorale non allacciate alla fogna, di rifiuti industriali e di altri liquami per l’eventuale cattivo funzionamento dei depuratori che sfociano in acqua. Ieri, in Procura, prima riunione tecnica a cui, tra gli altri, hanno partecipato rappresentanti del Corpo Forestale dello Stato, dell’Arpa delle Asl Bat e Bari (quest’ultima competente per Molfetta) del WWF, Legambiente e finanche un dermatologo, che, evidentemente, dovrà stabilire quali casi dei diversi episodi recentemente denunciati dai bagnanti ai vari pronto soccorso siano effettivamente imputabili allo stato del mare: sia sotto il profilo dell’alga tossica, sia sotto quello dell’inquinamento. Compito delle Asl è anche giungere ad una stima precisa dei soccorsi prestati per le varie patologie imputate, almeno ad un prima valutazione, agli effetti della balneazione: eritemi, influenze, problemi respiratori, infezioni varie. Un numero che potrebbe esser in continua evoluzione non solo per gli ultimi scampoli d’estate ma per tutte quelle segnalazioni che potrebbero giungere al numero di tutela ambientale 1515 del Corpo Forestale dello Stato che ha istituito un apposito call-center per monitorare eventuali sviluppi del fenomeno nonchè casi già verificatisi ma non approdati agli ospedali.

 

«E’ giusto che i cittadini sappiano che ci stiamo muovendo ma al momento è inutile fare allarmismi», ha affermato Capristo. «C’è un'eccessiva antropizzazione della costa, s’intensifichino i controlli – dichiarano Legambiente e WWF – per la notevole proliferazione dell’osteopsis ovata».

Allerta alga tossica. La Procura di Trani istituisce un tavolo tecnico.

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