“Al setaccio b&b e case vacanza a Bari: evasione all’85%, sette su 60 erano del tutto abusivi”

Il comandante provinciale della Guardia di finanza di Bari, Pasquale Russo: “Abbiamo recuperato a tassazione 5 milioni di euro e riscontrato anche una serie di violazioni” – fonte: Chiara Spagnolo – bari.repubblica.it

Dichiarano redditi inferiori a quelli percepiti, numerosi proprietari di bed & breakfast e case vacanze nella provincia di Bari. La Guardia di finanza nel 2024 ha scoperto un’evasione da 5 milioni di euro e cominciato a lavorare sui cosiddetti “signorotti” dei bed & breakfast, ovvero imprenditori che in pochi anni hanno acquistato diversi immobili e in qualche caso sono arrivati a gestirne anche 20 o 30 contemporaneamente. Nomi in parte noti in città e sui quali sono stati accesi i riflettori, così come sui possibili reinvestimenti di capitali illeciti, provenienti dalla criminalità organizzata ma anche da quella economica (vedi truffe sui bonus edilizi), nel settore turistico. A fornire numeri e dettagli delle attività investigative è il comandante provinciale delle Fiamme gialle baresi, il generale Pasquale Russo.

Generale, nei controlli c’è un doppio livello: quello amministrativo e quello fiscale.

«Il nostro intervento ha come obiettivo la verifica della regolarità fiscale, ma passa anche attraverso i controlli amministrativi. Su 60 strutture ricettive extra-alberghiere controllate, sette sono risultate abusive. Ovvero, prive della comunicazione all’albo regionale».

Da quanto tempo andavano avanti queste situazioni?

«Alcune anche da cinque anni, le più recenti da circa uno. In provincia di Bari esistono circa 9mila strutture extra-alberghiere: chiaramente non possono essere controllate tutte, i proprietari irregolari puntano sul calcolo delle probabilità».

Si tratta di attività a gestione familiare?
«Non tutte, alcune avevano assunto la dimensione di attività imprenditoriali. Cosa che imporrebbe loro diversi obblighi fiscali, a partire dal pagamento dell’Iva. Abbiamo in corso interventi che riguardano soggetti, o società, che gestiscono anche 20-30 strutture».

Tutte ubicate a Bari?
«Di solito si parte investendo in città. E se gli affari vanno bene, ci si sposta anche in provincia. Le attività sono redditizie laddove c’è un flusso turistico maggiore, la città quindi, i comuni rivieraschi ma anche altri come Alberobello, Conversano».

Che risultati hanno dato invece i controlli fiscali?

«L’85 per cento delle strutture attenzionate ha dichiarato redditi non corrispondenti a quelli incassati. Sono stati recuperati a tassazione circa 5 milioni di euro, 1,2 dei quali grazie al ravvedimento operoso: ovvero la possibilità che la legge concede a chi vuole rimediare all’errore ottenendo una riduzione delle sanzioni. Sono state anche denunciate violazioni dell’Iva per 650mila euro».

Altre violazioni che avete riscontrato?

«L’omessa esposizione, ben visibile all’esterno, della targhetta identificativa con la tipologia, il codice alloggio e il tariffario aggiornato. E in 11 casi la violazione dell’obbligo di procedere all’identificazione degli ospiti».

L’aumento di abitazioni da affittare ai turisti a Bari restringe sempre più l’offerta per famiglie e studenti. Ci sono verifiche in corso su questo aspetto?

«Ci sono state e ci saranno. Oltre ai 60 controlli sulle strutture extra-alberghiere, ne abbiamo effettuati 20 su abitazioni locate ai privati e il risultato è che erano tutte affittate irregolarmente. Questo fenomeno è più significativo nell’hinterland barese che in città. In alcuni casi è stato segnalato dagli stessi affittuari, che chiedevano inutilmente di regolarizzare la loro posizione».

Nell’ambito dei controlli su b&b e case vacanze è emerso che la proprietà o la gestione fossero collegate a soggetti vicini alla criminalità?

«Allo stato no».

Eppure — come più volte paventato dal procuratore di Bari, Roberto Rossi — il rischio riciclaggio nelle attività turistiche è molto alto.

«E lo è altrettanto la nostra attenzione tramite una serie di controlli incrociati, anche patrimoniali. È evidente che questo tipo di attività sono quelle che più facilmente consentono di far perdere al denaro il collegamento con la sua eventuale origine illecita».

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