A Enziteto sgominata baby gang per il pestaggio di un 15enne a Palese

Il capo rubò bici a un bimbo per raggiungere la «preda». 

A Enziteto sgominata baby gang per il pestaggio di un 15enne a Palese

L’educazione criminale dei ragazzi della «paranza» di Enziteto che marcano il loro territorio con il sangue dei «nemici» anche quando i nemici sono solo degli adolescenti che vogliono festeggiare la fine della scuola e l’inizio dell’estate senza far male a nessuno. Quei ragazzi della «paranza» di Enziteto hanno il diavolo in corpo. Strafottenti e violenti si sono costruiti la loro piccola Gomorra. Il loro immaginario è popolato da personaggi come «O’Nan», «O’Mulat», «O’Principe», «O’ Stregone» ma soprattutto «Genny», come Genny Savastano e Pittbull la sua spallaccia. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, martedì 12 giugno, dopo mezzogiorno, cinque ragazzi della paranza di Enziteto e Palese, Tommaso Piscopo, 20 anni, Saverio Petriconi e Domenico Tarantino, entrambi di 18 anni, più altri due giovani complici di 17 e 16 anni, hanno picchiato a sangue, fino a fargli perdere i sensi Gaetano, un ragazzo di 15 anni di Bitonto, la cui unica… colpa sarebbe stata essere di Bitonto. Infatti gli avrebbero detto prima di aggredirlo «Voi di Bitonto siete delle merde, non potete venire qui a Palese, questa è zona nostra».

Stando alla versione degli investigatori della stazione Carabinieri di Santo Spirito, al comando del luogotenente Giuseppe Remini che hanno condotto le indagini sotto il coordinamento della Procura della Repubblica ordinaria e per i Minorenni, hanno massacrato con calci e pugni il ragazzo di 15 anni di Bitonto, probabilmente solo per il gusto di vederlo sanguinare. Lui voleva solo festeggiare la fine della scuola e l’inizio dell’estate con un bagno nel porticciolo Palese, non aveva fatto nulla per «loro» questo non era importante.

Ecco quello che in base alla ricostruzione degli investigatori sarebbe accaduto. Il giovane studente insieme a due amici arriva in prossimità del cosiddetto «braccio» del porticciolo di Palese. I tre vengono bloccati da un «branco» composto da cinque giovani, tutti sconosciuti, dal piglio arrogante e aggressivo, che li insultano utilizzando come pretesto i loro natali bitontini. Gli sbarrano il passo e gli impediscono di raggiungere il mare, costringendoli a seguirli per un tratto di strada, tra le case di Palese. Si allontanano dalla spiaggia. «Ora venite con noi – ordinano – dovete parlare con una persona che potrà dirvi se siete autorizzati a stare in questa zona e fare il bagno». Lungo il percorso il quindicenne e i suoi amici comprendono che si tratta di una trappola. Fingono di seguire gli sconosciuti ancora per un po’, dopo di che cominciano a correre in direzione opposta a quella dei cinque componenti del branco che, sorpresi da quella reazione, rimangono fermi. A quel punto Tommaso Piscopo capisce che non riuscirà a raggiungere i tre fuggitivi e a quel punto strappa la bicicletta a un bambino che sta giocando lì vicino e si lancia all’inseguimento dei bitontini. Riesce a raggiungerne uno e lo ferma. In men che non si dica gli altri lo raggiungono e tutti e cinque circondano il quindicenne. È Piscopo a dare il via al pestaggio. Sul ragazzino, incolpevole di tutto, si abbatte una gragnuola di colpi. Il gruppo si accanisce sulla vittima che è completamente alla mercé dei suoi aggressori.

La violenza del branco si arresta soltanto grazie all’intervento di una signora che richiama l’attenzione di alcuni passanti. Il «branco» soddisfatto si allontana. I Carabinieri della stazione di Santo Spirito, affiancati dai colleghi della Compagnia San Paolo, guidati dal maggiore Andrea Minella non perdono tempo e cominciano subito a raccogliere testimonianze, a studiare i filmati estratti dagli impianti di video-sorveglianza a comporre, con pazienza certosina e grande perizia i tasselli di un mosaico che alla fine ha consentito di arrivare alla identificazione dei cinque ai quali i militari hanno notificato le ordinanze di custodia cautelare, I maggiorenni sono stati rinchiusi in carcere, i due minorenni affidati a comunità di recupero. Sono accusati di violenza privata e lesioni gravissime con l’aggravante di aver agito per futili motivo e con crudeltà.

Nel cuore della città e in periferia detta legge la paranza dei ragazzi. Si muovono in piccoli branchi violenti, aggressivi e hanno costantemente stampato in faccia un ghigno beffardo. Segni distintivi l’arroganza, la protervia, divisa da «scarafaggio». Nel mondo dei cartoni animati la saga dei tre «Maledetti Scarafaggi», neri, e dispettosi, sopravvive ormai da decenni. Da «Gomorra» (la serie) in poi, quello dello «scarafaggio» è il classico abbigliamento da cattivi: maglia e pantaloni neri aderenti (meglio se sgualciti, va bene anche un jeans molto consumato), berrettino con visiera rigida «a becco» calato sulla fronte, scarpe da ginnastica nere con para alta bianca o d’estate infradito. Capelli a spazzola con doppio taglio. Per completare il look da rapper neomelodico nella declinazione barese, il tatuaggio in codice segreto. Li senti arrivare. Fanno versi inconfondibili, gutturali. Pesante la cadenza dialettale. Aprono la bocca e ti accorgi che le ore passate sui libri sono state veramente poche. La loro scuola è la strada.

Coltivano il mito degli eroi negativi di Gomorra e i social media sono la loro bibbia. Vivono in branco, per darsi coraggio. Indole fancazzista, comportamento aggressivo, migrano da un angolo all’altro del la piazza e a fine serata tornano a casa, a Bari Vecchia al Libertà, a Japigia, a Carbonara, ad Enziteto al San Paolo.

Dall’analisi dei contenuti dell’ultima relazione elaborata dal Dipartimento per la giustizia minori le del ministero dell’Interno emerge un dato preoccupante: nella geografia nazionale dei reati commessi dai minori, più del 16% è a carico di ragazzi pugliesi. In tutta la regione sarebbero più di 1.600 i ragazzi seguiti dagli Uffici di servizio sociale (Ussm), giovani ritenuti a rischio. Bari risulterebbe al quarto posto in Italia con quasi mille ragazzi presi in carico dopo Bologna (prima con 1.932 persone seguite), Roma (1.427) e Catania (1.206).

fonte: Luca Natile – edicola.lagazzettadelmezzogiorno.it

Utilizzando il sito o eseguendo lo scroll della pagina accetti l'utilizzo dei cookie della piattaforma. Maggiori Informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo. Altervista Advertising (Arnoldo Mondadori Editore S.p.A.) Altervista Advertising è un servizio di advertising fornito da Arnoldo Mondadori Editore S.p.A. Dati Personali raccolti: Cookie e varie tipologie di Dati secondo quanto specificato dalla privacy policy del servizio. Luogo del trattamento: Italia – Privacy Policy: https://www.iubenda.com/privacy-policy/8258859 Altervista Platform (Arnoldo Mondadori Editore S.p.A.) Altervista Platform è una piattaforma fornita da Arnoldo Mondadori Editore S.p.A. che consente al Titolare di sviluppare, far funzionare ed ospitare questa Applicazione. Dati Personali raccolti: Cookie e varie tipologie di Dati secondo quanto specificato dalla privacy policy del servizio. Luogo del trattamento: Italia – Privacy Policy: https://www.iubenda.com/privacy-policy/8258716

Chiudi