A fine luglio dell’anno scorso un ragazzo di 14 anni si tuffa a cala s.Andrea, sbatte la testa con violenza sugli scogli e riporta un grave trauma cranico rischiando anche di annegare.
Sabato si è sfiorata una nuova tragedia; il mare molto mosso e due giovani, che cercavano di soccorrere un amico, vengono sbattuti sugli scogli, rischiano di annegare ma riescono a stento a ritornare a riva. Intervengono i militari della Capitaneria di Porto e i soccorritori del 118 che portano in ospedale uno dei due giovani, mentre l’altro se la cava con ferite ai piedi e al ginocchio sinistro.
Circa un centinaio di bagnanti tra adulti e bambini erano presenti nella Cala.
I militari hanno richiamato tutti a riva e alcuni amici del malcapitato lo hanno aiutato a raggiungere una postazione all’ombra in attesa dell’ambulanza.
Appena giunti i soccorsi, dopo aver verificato la gravità dei traumi il giovane ferito è stato portato in ospedale.
Una riflessione è d’obbligo. Chi ha oscurato il divieto di balneazione che appare e scompare a seconda dei mesi? Le responsabilità dell’incidente di ieri sono a carico della Capitaneria di Porto o del Sindaco?
In attesa di conoscere la verità, alcuni adulti presenti al raduno brindano con una birra alla tragedia scampata.