Bari, cambia il Pnrr: a rischio i fondi di 46 progetti anche in provincia

In bilico parchi strade e scuole nell’area metropolitana – fonte: Isabella Maselli – www.lagazzettadelmezzogiorno.it

È tempo di resoconti per i Comuni dell’area metropolitana. Resoconti che rischiano di trasformarsi una resa dei conti: cosa di salva e cosa rischia di saltare, nonostante le rassicurazioni a più voci sul fatto che i progetti non andranno persi. Al peggio andranno «persi» i fondi per realizzarsi. Stiamo parlando di 46 progetti candidati dai Comuni del territorio barese ad essere finanziati con il Piano nazionale di ripresa e resilienza per complessi 137 milioni di euro. Candidati e approvati perché potessero, entro il 2026, cambiare i volti delle città, riqualificando edifici storici, strade, verde urbano, scuole, realizzando parchi e opere ambiziose di inclusione sociale e forestazione.

Progetti sui quali le amministrazioni stanno lavorando da tempo e i cui lavori sono stati ormai quasi tutti affidati. I Comuni hanno messo in piedi accordi quadro milionari, impegnandosi con appaltatori, fornitori e progettisti, per immaginare il futuro delle città in chiave green e inclusiva.

E tutto questo aveva una scadenza anche temporale: entro il 2026 tutte le opere finanziate con il Pnrr devono essere concluse. La proposta di modifica annunciata nei giorni scorsi dal ministro Raffaele Fitto, qualora passi, stralcerà molti dei progetti approvati (quelli che rientrano nelle misure di rigenerazione urbana e piani urbani integrati), spostando i finanziamenti inizialmente destinati a questo tipo di opere su altri interventi.

Allora la domanda è: che fine faranno questi 46 progetti? Il Governo ha assicurato che troverà altre fonti di finanziamento e che le opere sono salve. Quali siano queste ulteriori fonti e in che tempi tutto ciò si potrà realizzare è ancora tutto da capire. La storia di questo Paese insegna che un’opera pubblica può impiegarci decenni per essere realizzata. Il Pnrr è un’occasione irripetibile che scrivere una pagina nuova di questa storia, anzi per voltare pagina, spingendo finalmente il piede sul pedale dell’efficienza, della tempestività, della visione di un futuro diverso, fatto di sostenibilità in tutti i sensi: ambientale, sociale, economica.

I sindaci e gli uffici comunali, comunque, vanno avanti spediti per portare a termine le procedure, in alcuni casi accelerando sulla fase di progettazione e di affidamento dei cantieri per non rischiare di «perdere il treno». Un treno che, a quanto pare, potrebbe alla fine saltare del tutto la loro fermata.

A lanciare l’allarme subito dopo l’annuncio del ministro Fitto è stato primo fra tutti il sindaco metropolitano Antonio Decaro che ha chiesto «garanzie» sui finanziamenti per questi progetti, anche se non si chiameranno più Pnrr. E poi il presidente regionale dell’Ance Gerardo Biancofiore, che ha parlato di 49 progetti «a rischio» sulla rigenerazione delle periferie della Città metropolitana di Bari per 183,5 milioni di euro (previsti nei Piani urbani integrati). Di questi 49 progetti, ben 46 sono in provincia (gli altri tre nella città capoluogo: la piazza d’arti nella ex caserma Rossani, la riqualificazione delle strade del centro e la rifunzionalizzazione della ex caserma in corso Sonnino da trasformare in liceo artistico e di Villa Capriati che diventerà la «Casa della Musica»).

Nei progetti che rischiano di perdere i finanziamenti in provincia ce ne sono alcuni dall’alto valore sociale oltre che economico (per il dettaglio delle opere si rimanda agli altri articoli in queste pagine). Basta leggere i capitoli delle misure per comprenderne il senso: 26 progetti intitolati «Identità e comunità», per complessivi 73 milioni di euro circa; altri 20 progetti per 64 milioni, quelli più green, hanno come titoli «Verde metropolitano», «Paesaggio e Forestazione», «Qualità della vita» e «Carbon low».

Obiettivo prioritario di alcune di queste proposte è la realizzazione di un programma di greening metropolitano nelle aree urbane e peri-urbane caratterizzate da degrado fisico e sociale. Diventano quindi aree di intervento le lame, lo spazio agricolo, gli spazi naturali che costituiscono il pattern verde della rigenerazione, in cui inserire nuove reti relazionali delle comunità (sport, tempo libero, gioco, educazione ambientale) contribuendo nel contempo, in modo significativo, alla riduzione delle emissioni di C02. Con queste opere si intende perseguire una riorganizzazione fisica ed ecologica dei luoghi, volta al riequilibrio della distribuzione di servizi, di dotazioni territoriali, di infrastrutture per la mobilità dolce, alla riqualificazione e rifunzionalizzazione del patrimonio edilizio, al potenziamento della valenza ambientale e naturalistica delle aree, con il riuso e la manutenzione in chiave ecosostenibile di 846.488 metri quadri di spazio pubblico, di cui circa 230mila ad aree naturali, 320mila aree di margine e 340.870 di spazi riqualificati da destinare a servizi attrezzati, riducendo l’uso di nuovo suolo e puntando alla riduzione del disagio sociale e abitativo, per attivare processi di riqualificazione in chiave ecologica dei margini.

In bilico parchi, strade e scuole

Dalla ristrutturazione di impianti sportivi ai parchi urbani, dalla riqualificazione di piazze, strade e antichi edifici alle scuole. C’è il futuro delle città nei progetti di rigenerazione urbana e piani urbani integrati finanziati nell’area metropolitana dal Pnrr per complessivi 137 milioni di euro e che ora, è il timore dopo l’annuncio del Governo, potrebbero essere a rischio.

A Bitonto i progetti sono due: l’ampliamento e adeguamento dell’impianto sportivo Borsellino (3,5 milioni di euro) e «Learning from the Lama» per la rigenerazione urbana di piazza Moro, piazza Marconi e piazza Castello (4,5 milioni).

A Molfetta con 4,8 milioni destinati all’area dell’ex Mercato Ortofrutticolo all’ingrosso l’amministrazione intende riqualificare l’area esterna oltre alla ristrutturazione degli immobili esistenti da destinare ad attività mercatali e socio/educative/culturali per ridurre i fenomeni di marginalizzazione e degrado sociale. L’altro progetto di Molfetta, da 3,7 milioni, è il «Parco lama Martina».

A Gioia del Colle con il Pnrr si intende realizzare il recupero e la riqualificazione del centro storico e borgo San Vito e riqualificare gli spazi al piano terra del palazzo Serino (progetto da 4 milioni). Vale 3 milioni i, progetto «Decoro urbano» di Ruvo di Puglia, dove con altri 600mila euro, sempre fondi Pnrr, si vuole realizzare il progetto «Green lane».

La riqualificazione del pala-eventi Vitulli e dell’annesso parco urbano è il progetto da 3,8 milioni di Santeramo, mentre a Palo del Colle con 1,6 milioni si intende riqualificare il Casale dei Greci. «Acquaviva sacra e antica – recupero del basolato storico del nucleo antico ed efficientamento energetico dell’illuminazione della viabilità storica» è il progetto da 3 milioni di euro di Acquaviva delle Fonti.

A Giovinazzo i lavori di riqualificazione del «centro di integrazione sociale polifunzionale per anziani San Francesco» vale 3 milioni. L’intervento di «rivitalizzazione economica e culturale di palazzo San Giuseppe» è l’opera da 2,6 milioni di Polignano a Mare. Ci sono poi i progetti di manutenzione straordinaria delle strade: 1,2 milioni a Cellamare (via Caracciolo, corso vittime di via Fani, corso Roma, via Marconi, via Libertà, via Rutigliano, piazza Risorgimento); 3,8 milioni per la riqualificazione della piazza Aldo Moro di Putignano; 6,8 milioni per la rigenerazione dell’estramurale di Corato; 2 milioni di euro per il rifacimento del basolato del centro storico con contestuale recupero e rifunzionalizzazioone di immobili pubblici, relamping della pubblica illuminazione, arredo urbano e sottoservizi nella piazza Aldo Moro di Cassano; a Grumo vale 1,9 milioni l’intervento di valorizzazione del centro storico con recupero del basolato, creazione di percorsi verdi, arredo urbano ed illuminazione delle principali piazze, oltre al restauro della sala consiliare municipale; a Turi 1,4 milioni per largo Marchesale. C’è poi il campo sportivo comunale di Terlizzi (3,9 milioni), la riqualificazione del centro storico e completamento del restauro conservativo con recupero funzionale del monastero di Santa Chiara a Casamassima (2,9 milioni), la realizzazione di un nuovo polo polifunzionale a Noci (2,7 milioni), la riqualificazione e rifunzionalizzazione di immobili per la creazione di infrastrutture culturali e socioeconomiche a Rutigliano (2,7 milioni). Ancora, la realizzazione di un centro socioculturale e parco in via Magliano, mediante demolizione e ricostruzione della scuola San Domenico Savio a Capurso (2,2 milioni), la realizzazione di un hub culturale per attività coreutiche in via Vittorio Veneto ad Adelfia (2,3 milioni). A Bitritto è di 1,6 milioni il valore del progetto di recupero e riconversione funzionale dell’ex asilo Raffaella Zuccaro, mentre il progetto di Alberobello, da 1,5 milioni di euro, prevede recupero, valorizzazione e rifunzionalizzazione dell’ex Hotel dei Trulli in co-housing e residenza per artisti. A Toritto con 1,2 milioni di fondi Pnrr si intende riqualificare diverse strade (piazza Aldo Moro, piazzetta Madre Teresa di Calcutta, piazzetta Kennedy), restaurare Palazzo Stella e riqualificare le aree aperte di collegamento al polo etnoantropologico «La mandorla».

A Bitetto 550mila euro sono destinati al nuovo centro civico multifunzionale con il recupero dell’immobile in via Piscinelle; altri 3,9 milioni serviranno per la «Greenway» di Triggiano lungo corso Vittorio Emanuele, viale Aldo Moro, via Dattoli. È un progetto di «greening urbano» anche quello di Valenzano: 2,5 milioni per la rifunzionalizzazione e riconnessione delle aree di verde pubblico tra spazio urbano, agricolo e naturale.

Ci sono, non ultimi, i parchi urbani: a Noicattaro tra via Capellini e via Madre Teresa di Calcutta (valore 3,7 milioni di euro); a Conversano (3,8 milioni); a Mola in contrada Brenca (3,7 milioni); a Castellana un parco diffuso in via Abate Eustasio, viale Aldo Moro, via Buonarroti, via Grotte, via Turi (2,9 milioni); a Sannicandro il «Calambra waterpark» per la «ricucitura green» con via Pontrelli (1,4 milioni); a Sammichele la riqualificazione dell’area su via dell’edera (1,1 milioni); a Locorotondo il parco agricolo da 2 milioni; a Bitetto il parco «Tre ponti» da 1,8 milioni e a Poggiorsini la realizzazione di una pista ciclabile urbana che collegherà le principali attrazioni sociali, culturali, sportive e naturalistiche (progetto da 400mila euro). 

La «strada parco» di Capitolo e il parco nella cava a Modugno

La «strada parco» sulla litoranea di Capitolo e la cava delle ex cementeria di Modugno, sono due dei progetti i cui finanziamenti potrebbero essere stralciati dal Pnrr. Complessivamente si tratta di interventi del valore di circa 12 milioni e 500mila euro.

Monopoli Il progetto si chiama «Strada parco in località Capitolo» e ha un valore di circa 7 milioni di euro. Prevede la rimodellazione del suolo in funzione paesaggistica ed ecologica trasversalmente alla riqualificazione di strade esistenti e la realizzazione di nuove viabilità integrate con la previsione di percorsi ciclo-pedonali e il miglioramento della visibilità e l’accessibilità dei percorsi pubblici di accesso al mare. La zona interessata dall’intervento è quella di Capitolo e in particolare la strada litoranea caratterizzata dalla presenza di numerose strutture balneari e residenziali e da diversi accessi pubblici all’arenile. Il progetto intende valorizzare dal punto di vista paesaggistico l’asse viario attraverso la riconfigurazione della strada come «strada parco» dove pedoni e ciclisti hanno la precedenza rispetto alle automobili grazie a misure di moderazione del traffico come dossi, attraversamenti rialzati e chicane e caratterizzate da ampi marciapiedi e aree verdi.

Modugno L’area dell’ex cementeria diventerà un parco. O almeno questo è il progetto dell’amministrazione comunale che dal Pnrr ha ottenuto per questo intervento 5,5 milioni di euro. La rifunzionalizzazione dell’ex cava all’interno del parco Pinuccio Loiacono inaugurato di recente (appena fuori dalla città in direzione Bitetto e collegato da piste ciclabili) trasformerà il sito uno dei più grandi parchi urbani della provincia, una vastissima area verde dal profilo morfologico e paesaggistico complesso e affascinante, dove si potranno svolgere attività ludico, sportive e ricreative. Gli interventi preserveranno le nicchie ecologiche e la biodiversità delle specie animali e vegetali, grazie a tecniche di ingegneria naturalistica.
L’asfalto oggi presente sarà completamente rimosso e verrà realizzato un «Teatro Naturalistico» in grado di ospitare 2mila spettatori durante eventi e concerti. Il laghetto sarà messo in sicurezza con installazione anche di un’isola galleggiante pedonale. Nell’area superiore una «Food Forest» di alberi antichi sarà destinata a campagne didattiche e un orto botanico con specie arboree, mediterranee e aromatiche ospiterà percorsi naturalistici.
Poi saranno anche un’area fitness e una per lo sgambamento cani, una zona belvedere per attività ricreative e picnic all’ombra di pini secolari. Una pista ciclopedonale collegherà il parco al centro città riprendendo il tracciato della vecchia strada che gli operai utilizzavano per raggiungere il sito di produzione. «Si tratta di un’opera di grandi proporzioni – aveva commentato il sindaco Nicola Bonasia annunciando il progetto – destinata a cambiare radicalmente il volto della nostra città, attraverso uno dei più importanti finanziamenti che Modugno abbia mai potuto ottenere nella sua storia». Ammesso che quel finanziamento arrivi davvero.

«In-Claustro» ad Altamura e la futura Gravina green

Sono due i progetti del Comune di Altamura finanziati (forse) dal Pnrr, per un importo complessivo di 10 milioni di euro; un altro a Gravina da 6,3 milioni.

Altamura Il primo di chiama «In-Claustro. Valorizzazione di vie, claustri e piazze del centro storico, connessione con le centralità esistenti» e vale 5,8 milioni di euro. L’intervento interessa una zona del centro storico non ancora oggetto di interventi di riqualificazione, e completa l’azione di valorizzazione che l’amministrazione comunale ha avviato sin dal primo Por 2000-2006 sino all’ultima programmazione 2014-2020, Pinqua incluso. Infatti nel centro storico trova sede il Museo dell’Uomo di Altamura, l’ostello delle gioventù, il museo della pietra, il condensatore sociale, le case bottega, interventi di social housing. Questi immobili comunali recuperati sono tra loro connessi attraverso la rete viaria oggetto di interventi di riqualificazione dei quali il presente è la logica continuazione.
La rigenerazione del centro storico punta su una rigenerazione sociale del luogo, attuata attraverso il miglioramento dell’illuminazione pubblica, il miglioramento delle vie eliminando anche le eventuali barriere architettoniche, l’implementazione della rete di raccolta di acqua piovana, implementando il decoro verde già presente per iniziativa dei privati, il quale verrà ordinato e reso omogeneo dotando il centro di arredi urbani identitari.

C’è poi il progetto «Greenway» di connessione e valorizzazione delle aree verdi pubbliche, del valore di 4,2 milioni di euro. Il progetto prevede due fasi: la prima consiste nella modifica della sezione stradale esistente, mediante opportune operazioni di scavo e rimozione di materiali; la seconda consiste nella definizione di una infrastruttura verde mediante la piantumazione di circa 1000 nuovi alberi e 10mila nuove specie arbustive, a cui si aggiungono la realizzazione di un percorso ciclopedonale, il restringimento della carreggiata esistenti e la realizzazione di una serie di spazi pubblici attrezzati. L’infrastruttura così delineata si sviluppa lungo la viabilità del quartiere Trentacapilli secondo tre fasce funzionali tra loro parallele: il percorso ciclopedonale, la fascia a verde e la fascia stradale per gli autoveicoli. Il progetto si completa con nuovi spazi pubblici attrezzati, collocati preferibilmente in prossimità dei servizi già esistenti. Sono previste nuove attrezzature per il tempo libero immerse nel verde, zone per la sosta con gruppi di sedute di forma quadrata, aree di sosta e attrezzature ludiche per bambini, orti e frutteti dedicati alla produzione di cibo per le famiglie del quartiere che se ne prenderanno cura attraverso la condivisione di un regolamento di acquisizione degli spazi e loro utilizzo.

Gravina Il progetto «Gravina green connect», nella vicina città murgiana, consiste invece nella realizzazione di infrastrutture verdi e servizi eco-sistemici nel centro urbano, finanziato per un importo di 6 milioni e 300mila euro che prevede la costruzione di reti e percorsi della cultura con l’obiettivo di una ri-connessione verde della città densamente costruita e il canyon formato dal torrente gravina, con la città che verrà attraversata da una infrastruttura verde che consentirà di migliorare la vivibilità dello spazio urbano e la qualità di vita per le persone.

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