Auto rubate, droga e prostitute: a Bari si allarga il business rumeno

Auto, droga e prostitute: così i rumeni sfidano gli albanesi ed i georgiani in città. Vogliono diventare i nuovi padroni. A Bari esiste un’altra malavita, quella straniera, multirazziale e cosmopolita al cui interno ogni gruppo etnico si è ritagliato una fetta di torta. Il business della criminalità dell’Est è concentrato sui furti in appartamento, sulle truffe, sullo sfruttamento della prostituzione e sul giro delle auto rubate. Ci sono dei luoghi prediletti, delle zone franche, specie nella periferia, dove questi traffici illegali si concentrano. Tra Via San Giorgio Martire e Strada vicinale Glomerelli esiste una specie di terra di mezzo dove in special modo i rumeni scaricano prostitute e pezzi di auto.

Nei giorni trascorsi targhe anteriori e posteriori di due automobili, quasi certamente rubate sono state abbandonate tra gli anfratti e gli arbusti di una macchia dove a volte trovano riparo le prostitute con i loro clienti. Qui c’è un giro di prostituzione controllato da uomini – dicono siano una quindicina – quasi tutti rumeni, alcuni molto cattivi. Ci sarebbero anche degli italiani ma sono «muncà» (che in rumeno vuol dire manovalanza, ndr), gente che si mette a disposizione per fare commissioni e vive degli scarti del giro. Finito di battere il marciapiede le ragazze vengono portate a casa, ci sono degli appartamentini presi in fitto vicino la Chiesa Russa dove vivono uomini e donne.

In Strada vicinale Glomerelli insieme alle puttane e ai «ricottari» c’è chi scarica i rifiuti dell’altro malaffare, quello dei furti d’auto. Un fenomeno che interessa sempre meno la microcriminalità, e diventa attività gestita dalle organizzazioni criminali per il traffico internazionale delle vetture. Sta mutando, quindi, il profilo dei protagonisti: dai «topi d’auto» a veri professionisti del furto. Le bande criminali sono in grado di falsificare i documenti dei veicoli e di farli viaggiare, integri o già ridotti in pezzi, per decine di migliaia di chilometri in pochi giorni, in particolare verso i Paesi dell’Est. Un ruolo centrale è svolto dalla Romania, per la sua posizione strategica sulle rotte dei traffici internazionali come mercato di approdo di vetture rubate o di transito verso altri Paesi. L’Italia è una delle maggiori fonti di approvvigionamento. Le macchine italiane arrivano in Romania percorrendo tre diverse rotte: Italia-Austria-Ungheria-Romania, Italia-Slovenia-Ungheria-Romania e Italia-Grecia-Bulgaria-Romania. Di qui le auto possono poi proseguire il proprio percorso verso Russia, Ucraina e Moldavia. Cinque regioni, da sole, concentrano il 78% dell’intero volume di questo grande business. Oltre a Lazio e Campania ci sono Sicilia, Lombardia e Puglia.

I rumeni, dicevamo sono il gruppo in ascesa che sta cercando lentamente di scalzare gli altri gruppi dell’Est. Come gli albanesi ed i georgiani arrivano a Bari seguendo un flusso migratorio continuo, costante, silenzioso. Ufficialmente a Bari sono più di 3.500 e rappresentano una delle comunità regolari più grandi. Dietro i numeri e le statistiche ufficiali, dietro tanta gente perbene, però si nasconde una situazione fatta di anonimato e clandestinità. All’interno di questa «enclave» etnica fatta troppo spesso di presenze senza identità si è sviluppata una rete di malavitosi incalliti, topi d’appartamento, ladri d’auto e «ricottari» ossia gente che vive sfruttando le prostitute. A tenerli insieme, un network, una rete socio-criminale che agevola gli spostamenti e favorisce la permanenza sul territorio, offrendo sostegno logistico e informazioni. Una specie di sodarietà criminale che pare avere a Bari uno snodo nevralgico in collegamento con le comunità presenti a Foggia, Roma. Milano, Palermo, Napoli.

A Bari i rumeni, sono la comunità straniera più nutrita dopo quella georgiana e prima di quella albanese seppure più antica. Il dato secondo cui i reati di cittadini stranieri in Italia sono commessi per il 22% proprio da rumeni a questo punto appare fisiologico. Sulla criminalità organizzata straniera emergono dati e analisi molto interessanti esaminando le relazioni elaborate dalla Direzione investigativa antimafia. La Dia metteinevidenza che tra le organizzazioni di matrice estera quella albanese resta comunque la più forte, estesa e pericolosa, sempre più incalzata da quella rumena. «Il traffico di stupefacenti – si legge nel capitolo dedicato ai migranti provenienti da Bucarest, Timisoara, Craiova – lo sfruttamento della prostituzione, la tratta di persone, l’intermediazione illecita dello sfruttamento della manodopera rimangono i reati di maggior interesse» ai quali si aggiungono ora i traffici legati al mercato nero dell’auto.

fonte: Luca Natile – www.lagazzettadelmezzogiorno.it

Utilizzando il sito o eseguendo lo scroll della pagina accetti l'utilizzo dei cookie della piattaforma. Maggiori Informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo. Altervista Advertising (Arnoldo Mondadori Editore S.p.A.) Altervista Advertising è un servizio di advertising fornito da Arnoldo Mondadori Editore S.p.A. Dati Personali raccolti: Cookie e varie tipologie di Dati secondo quanto specificato dalla privacy policy del servizio. Luogo del trattamento: Italia – Privacy Policy: https://www.iubenda.com/privacy-policy/8258859 Altervista Platform (Arnoldo Mondadori Editore S.p.A.) Altervista Platform è una piattaforma fornita da Arnoldo Mondadori Editore S.p.A. che consente al Titolare di sviluppare, far funzionare ed ospitare questa Applicazione. Dati Personali raccolti: Cookie e varie tipologie di Dati secondo quanto specificato dalla privacy policy del servizio. Luogo del trattamento: Italia – Privacy Policy: https://www.iubenda.com/privacy-policy/8258716

Chiudi