Il “Liberatorio Politico” chiede al Commissario Passerotti di convocare il “Comitato Comunale di monitoraggio dei fenomeni delinquenziali”

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Il sottoscritto Matteo d’Ingeo, in veste di coordinatore pro-tempore del movimento civico “Liberatorio Politico”, con la presente intende chiedere la convocazione del Comitato in oggetto. Premesso che:

  • il “Comitato Comunale di monitoraggio dei fenomeni delinquenziali” (CMFD) rientra tra gli “organi collegiali ritenuti indispensabili, dal Consiglio Comunale, per la realizzazione dei fini istituzionali dell’Amministrazione (Delibera di CC n.27 del 22.07.2015);
  • il CMFD nasce nella seduta di Consiglio Comunale del 7 Aprile 1997 n. 48in un contesto storico particolare, dopo le due grandi operazioni “Reset” e “Primavera”, e rappresentava lo strumento che avrebbe messo insieme le competenze e conoscenze delle istituzioni e della cittadinanza attiva nella lotta ai fenomeni criminali e nella prevenzione degli stessi e delle cause che ne favorivano lo sviluppo. Da allora, nessun sindaco aveva mai attivato questo organo collegiale;
  • Il consiglio comunale di mercoledì 15 Ottobre 2014, dopo numerose nostre sollecitazioni, era stato convocato per ridefinire e rendere operativo il regolamento del Comitato. In quella seduta è stato approvato un Regolamento diverso da quello del 1997 con lo “snellimento” della composizione originaria del Comitato, dando esclusivamente spazio agli organi istituzionali, mentre movimenti, associazioni e tutti gli organismi del terzo settore sarebbero stati relegati a meri “invitati”. Ancora oggi appare incomprensibile il perché si sia pervicacemente voluto varare questo “nuovo” organismo che, una volta privato della componente dei movimenti e associazioni interessati, altro non è che il duplicato di quanto è già nelle competenze di una amministrazione comunale. Hanno motivato la scelta, così è scritto nella Delibera n.37 del 15.10.2014, affermando che: “ la composizione prevista (dal vecchio regolamento) può risultare pletorica e i metodi di formazione della composizione prevista possono risultare farraginosi tali da non consentire la dovuta e necessaria celerità nella composizione e insediamento del Comitato”. La delibera precisa che i rappresentanti espressione di organismi e/o associazioni cittadine impegnati nel settore del volontariato, della prevenzione della devianza, illegalità e criminalità, una volta esclusi come componenti permanenti del Comitato, sarebbero stati individuati e invitati da un avviso pubblico;
  • dopo altre nostre sollecitazioni, il 19 Marzo 2015 il Comune lancia l’avviso pubblico per raccogliere “le manifestazione d’interesse a partecipare al Comitato con conseguente formazione di un Albo apposito“; rispondono solo in cinque: Ass. “Il Cerchio, Ass. “Avvocati Molfetta”, Ass. “Comitando”, l’I.I.S.S. “Mons. Bello Molfetta” e il Presidio LIBERA Molfetta. Il Comitato s’insedia solo il 26 Novembre 2015 alla presenza del Sindaco Paola Natalicchio, il Presidente del Consiglio Nicola Piergiovanni, i consiglieri comunali Domenico Gagliardi e Mariano Caputo, il Comandante della Polizia Municipale Giuseppe Mauro Gadaleta, i rappresentanti delle associazioni che hanno risposto all’avviso pubblico con la manifestazione di volontà a far parte del Comitato, come previsto dall’art. 5 del nuovo regolamento. Si tratta dei rappresentanti delle associazioni “Il Cerchio”, “Comitando”, Avvocati Molfetta, del Sert, del Presidio Libera Molfetta e dell’Istituto “Mons. A. Bello”. A conclusione di quella riunione si decideva, unanimemente, di rimandare ad altra seduta la nomina del Vice Presidente e di allargare l’attuale composizione del Comitato mediante la partecipazione di altri organismi, che così diventerebbero parte integrante del Comitato stesso, da invitare tramite lettera formale, in aggiunta ai componenti di cui all’avviso pubblico; – con invito n. 16425 del 22.3.2016 è convocato per il 31.3.2016 il Comitato “allargato” con i nuovi “invitati” ;
  • il 31.3.2016 si è riunito il “Comitato Comunale di monitoraggio dei fenomeni delinquenziali” e il Movimento “Liberatorio Politico” è stato “invitato” a parteciparvi;
  • in quell’incontro il Liberatorio Politico ha presentato, oltre a numerose proposte operative, una richiesta di chiarimenti sulla legittimità della composizione del Comitato stesso ( All. n. 1).

Questa, in sintesi, la richiesta: “Il “Liberatorio Politico” non ha risposto all’avviso pubblico perché ha ritenuto che quella delibera del 15 ottobre 2014 rendesse palese la volontà dell’amministrazione comunale di non prevedere un organismo paritetico tra istituzioni e cittadinanza attiva, facendo diventare quest’ultima una semplice invitata con nessun potere operativo. Ebbene oggi chiediamo al Presidente del Consiglio Comunale se siamo stati convocati per far parte integrante di questo organismo istituzionale, oppure siamo ancora dei semplici invitati. Il “Liberatorio Politico” vorrebbe che il Comitato diventasse operativo da subito, perché è stato perso già molto tempo, ma non intende farne parte attraverso una procedura irregolare. Nel primo caso, qualora si voglia “allargare” la composizione del Comitato agli odierni convocati, non è sufficiente la volontà del presidente del Consiglio Comunale ma è necessaria una delibera del Consiglio Comunale. Nel secondo caso, se gli odierni convenuti sono stati invitati come rappresentativi di categorie sociali, questa convocazione è da intendersi nulla perché non è chiaro il criterio di scelta operato all’interno delle categorie sociali invitate. Dall’elenco pervenuto ci sembra che alcune realtà sindacali, professionali e associative non siano state convocate. Pertanto la nostra proposta rimane quella di tornare in Consiglio Comunale, modificare il regolamento del Comitato, ripristinando quello originale in modo da avere un organismo paritetico”;

  • il 14.4.2016 il Presidente del Consiglio Comunale ha riconvocato il Comitato, e il Liberatorio, non avendo ricevuto risposte all’istanza protocollata il 31.3.2016, ha inviato una nuova istanza astenendosi dalla partecipazione all’incontro, nota n. 20933 del 14.4.2016 (All. n. 2)“Premesso che in occasione della riunione tenutasi il 31 marzo 2016 il sottoscritto, nella qualità di coordinatore del movimento civico “Liberatorio Politico”, ha richiesto di porre agli atti del verbale la nota prot. 18163 (in allegato) con cui si argomentavano i dubbi circa la legittimità e regolarità della composizione assembleare. Rilevato, inoltre, che la copia del Regolamento Costitutivo del CMFD fosse carente degli atti prodotti nel Consiglio Comunale in cui veniva emendato il Regolamento deliberato nel 1997.Considerato che, allo stato attuale, non è pervenuta allo scrivente alcun riscontro formale in merito al recepimento di quanto sopra illustrato. Con la presente si comunica l’astensione del movimento civico “Liberatorio Politico” dalla partecipazione al consesso fissato in data odierna”;

tenuto conto che :

  • non sono giunte risposte né dall’ex Presidente del Consiglio Comunale, né dal Segretario Comunale sulla validità della composizione del Comitato stesso e delle delibere sottoposte al voto degli “invitati”, oltreché i verbali e la nomina del vice presidente;
  • il Comitato dovrebbe dotarsi di un regolamento interno per evitare che le relazioni fatte durante le riunioni siano divulgate secondo un criterio chiaro e condiviso senza fughe in avanti come è stato fatto dal Sindaco, o suo addetto stampa, che ha divulgato un comunicato stampa dal titolo I dati del Comitato comunale di monitoraggio dei fenomeni delinquenziali” in cui erano riportati solo i dati, e la relazione, dell’amministrazione e non dei vari intervenuti;

chiede alla S.V. l’attivazione e convocazione del Comitato Comunale di monitoraggio dei fenomeni delinquenziali con le dovute correzioni del Regolamento vigente.

In attesa di un positivo riscontro lo scrivente, rimanendo a Vostra disposizione per ulteriori chiarimenti, ripropone il testo del documento presentato nella riunione del CMFD del 31.3.2016:

Premessa   e   proposte per il “Comitato Comunale di monitoraggio dei fenomeni delinquenziali”.

Nella nostra città i fenomeni delinquenziali che si sono manifestati nel tempo, prima e dopo l’omicidio del Sindaco Carnicella, sono stati di diversa natura, dalla microcriminalità si è passati alle associazioni criminali famigliari dedite allo spaccio di droga, agli omicidi, rapine, furti, incendi dolosi e attentati dinamitardi. Negli ultimi mesi la comunità ha subito anche gravi atti vandalici contro il patrimonio, ma l’illegalità diffusa per eccellenza che continua a manifestarsi incontrastata è l’occupazione abusiva di suolo pubblico, con tutte le varianti dell’abusivismo in genere. Speso abbiamo letto, o ascoltato in pubbliche conferenze, qualche libera interpretazione del termine “abusivismo” anche riferito alle nostre quotidiane denunce in materia. Pertanto sentiamo l’esigenza di aggiungere qualcosa in più al termine “abusivismo” ed al suo significato. Con la formula linguistica “abuso” in realtà si deve intendere ogni condotta o attività che viene svolta in assenza di un titolo che ne sia la ragione giustificativa. Quello che invece si vuole dare ad intendere, e far apparire, è che nel termine “abusivismo” siano da raggruppare solo le “vendite di prodotti senza autorizzazione”, ma questo è solo un costrutto parziale che ha l’obiettivo di spostare la giusta attenzione dal problema.

L’abusivismo, al contrario, è un fenomeno multidimensionale che non si ferma alle occupazioni messe in atto in difformità dei regolamenti comunali, fino a includere le cosiddette “invasioni” ai sensi dell’art.633 cp., ma raggruppa anche tutte le occupazioni vietate dall’art. 20 del Codice della strada. In esso si prescrive che nelle strade, sui marciapiedi e in generale in qualunque luogo destinato ad uso e passaggio pubblico, è vietato occupare il suolo (con banchi, tavoli, sedie, pedane, espositori, attrezzature di servizio o qualsiasi struttura finalizzata alla esposizione della merce posta in vendita) se non previa autorizzazione del Comune, e sempre assicurando che sia lasciato lo spazio per il passaggio dei pedoni non inferiore a due metri.

Ovvio che sentir dire, da rappresentanti istituzionali, che nella condotta di chi mette qualche “cassettina” per strada non c’è abuso, fa percepire alla collettività questi comportamenti accettabili e marginali dal punto di vista del decoro e del rispetto dei beni comuni.

Non siamo noi a dover ricordare che l’ambiente urbano influenza i nostri comportamenti. Lo dimostra la “teoria delle finestre rotte”, secondo cui, “se l’ambiente è brutto e degradato siamo tutti più portati a degradarlo ancor più e a violare le regole che lo governano“. Se in un caseggiato c’è una finestra rotta che nessuno ripara, è esperienza comune verificare che nella zona si cominciano a rompere altri vetri, ad accumulare rifiuti, poi compaiono le scritte sui muri e in capo a qualche tempo non è difficile che si verifichi nei dintorni qualche atto vandalico o un episodio di microcriminalità. Se una comunità presenta segni di deterioramento ambientale, e questo sembra non interessare a nessuno, allora lì si genererà l’atto antisociale e illegale. Se una Comunità tollera i piccoli abusi finirà successivamente per accettare comportamenti ben più gravi e allarmanti. Non si tratta di adottare la “tolleranza zero” che suona come una sorta di soluzione autoritaria e repressiva, ma il concetto principale è che si deve prevenire qualsiasi forma di abuso e di illegalità diffusa.

L’Amministrazione Comunale deve assumersi la responsabilità della gestione della città e il Sindaco deve interviene per prevenire e contrastare:

  • le situazioni urbane di degrado o di isolamento che favoriscono l’insorgere di fenomeni criminosi.
  • le situazioni in cui si verificano comportamenti quali il danneggiamento del patrimonio pubblico e privato o che ne impediscono la fruibilità e determinano lo scadimento della qualità urbana;
  • le situazioni che costituiscono intralcio alla pubblica viabilità o che alterano il decoro urbano, in particolare quelle di abusivismo commerciale e di illecita occupazione di suolo pubblico;
  • l’incuria, il degrado e l’occupazione abusiva di immobili.

Questo non lo diciamo noi, ma lo afferma la legge e precisamente il Decreto del Ministero dell’Interno del 5 agosto 2008, che offre ai sindaci la facoltà di mettere in atto qualsiasi attività amministrativa con la finalità di migliorare le condizioni di vivibilità nei centri urbani, la coesione sociale e il rispetto delle norme che regolano la civile convivenza.

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Queste le nostre proposte operative:

1) Prolungamento orario di servizio della Polizia Municipale fino alle ore 24; pattugliamento ore notturne di Carabinieri e Guardia di Finanza, in coordinamento con le società di vigilanza privata.

2) Visto l’organico ridotto della Polizia Municipale e il crescente bisogno di sicurezza nella città, si propone di creare dei turni di prevenzione e controllo di quartiere, alternando e privilegiando ogni due giorni un diverso quadrante di città.

3) Potenziamento della video-sorveglianza comunale con co-affidamento del controllo del sistema alle Forze dell’Ordine presenti in città oltre che alla Polizia Municipale; coordinamento della video-sorveglianza privata con incentivi a chi la installa.

4) Creazione della “cassettina della legalità” dove si possono imbucare messaggi o segnalazioni anonime riguardanti situazioni di pericolo e di illegalità diffusa, creazione di un indirizzo mail e/o applicazione per le segnalazioni.

5) Creazione banche dati e statistiche: incendi, rapine, furti in appartamento, furti d’auto, omicidi, tentati omicidi, spaccio di stupefacenti, reati contro il patrimonio, reati ambientali, abusivismo edilizio, abusivismo amministrativo, vandalismo, ecc.

6) creazione e pubblicazione elenco di tutti i permessi e autorizzazioni per occupazione di suolo pubblico per un controllo civico delle stesse.

7) Promozione del rispetto di tutte le norme e regole di civile convivenza, con campagne promozionali nelle scuole; promozione di progetti di prevenzione della devianza minorile, antidispersione scolastica, cittadinanza attiva e prevenzione bullismo in collaborazione con le scuole.

8) Promozione di progetti di inclusione sociale per ex detenuti.

9) Coordinamento dei presidi sanitari esistenti sul territorio per prevenire l’uso di sostanze stupefacenti.

10) Creazione di un decalogo della legalità.

 Con Osservanza

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Una risposta a “Il “Liberatorio Politico” chiede al Commissario Passerotti di convocare il “Comitato Comunale di monitoraggio dei fenomeni delinquenziali””

  1. Ormai Molfetta ha raggiunto livelli di degrado civico insostenibili.
    Le rappresetnaze istituzionali sono da sempre latitanti forse spaventate e temo a volte colluse.
    Il senso dell’insicurezza del cittadino è crescente insieme alla sfrontatezza dei delinquenti. Fra i tanti fenomeni vorrei citare la regolare doppia fila di macchine parcheggiata in piazza Effrem appartenenti a frequentatori del vicino bar storicamente noto per ospitare incalliti giocatori di carte ed utilizzatori di macchinette mangia soldi alla ricersa inutile di colpi di fortuna.
    La tipologia è scontata e non escludo che al suo interno circolino anche stupefacenti.
    La polizia municipale è impotente, si limita a saltuarie visite e sistematicamente, andati via, i propietari delle auto ironizzando sui vigli tornano ad occupare il suolo stradale.
    E’ forse giunto il momento di risolvere la cosa autonomamente diciamo all’americana.

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